Di ora in ora, col succedersi febbrile delle edizioni dei giornali cresceano l'ansia e la trepidazione. Il volto della folla rispecchiava il turbamento delle coscienze. Il mistero che circondava la sorte del deputato socialista, opprimeva tutti i cuori. Pesava come un incubo. Le notizie delle prime ricerche della polizia fa cevano le spese di tutti i discorsi, suscitando unanime apprensione. Gli ambienti operai parevano atterriti. Ma l'ansia e l'impazienza di notizie definitive erano ugualmente diffuse in ogni categoria di cittadini; ed unanime era la speranza che non si trattasse di un delitto. Le redazioni dei giornali erano affolla te di persone in cerca di informazioni. Naturalmente, come sempre in simili circostanze, circolavano le voci più strane, disparate e contraddittorie. V'era chi affermava di aver veduto qua e là, il giorno prima, l'on. Matteotti. Anche a Costantino Lazzari pareva di averlo scorto verso le sette vicino a Piazza Cavour. Purtroppo tutti si ingannavano. Giacomo Matteotti da due giorni era morto assassinato. L'ipotesi del delitto, ad accettare la quale_ la coscienza pubblica ancora era riluttante, prese consistenza definitiva, in virtù delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio nella emozionante tornata parlamentare del 13 giugno. Vale la pena di ricordare quell'episodio. Verso la fine del discorso dell' on. Caccianiga alla Camera, entrarono nell'aula molti deputati dei vari settori, che sin dal principio della seduta avevano sostato nei corridoi, commentando la scomparsa misteriosa dell'onorevole Matteotti e le notizie che giungevano da un momento all'altro. Verso le 19,15 arrivò a Montecitorio la notizia che egli era stato ritrovato ferito in aperta campagna. Tutti i deputati apparivano preoccupati. Appena l'on. Cac76 Biblioteca Gino Bianco .-
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