MATTEOTTI: Non solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne- vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perchè sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero. ( Commenti). UNA VOCE: Erano disoccupati! MATTEOTTI: No, lavoravano tutti e solo non lavorano quando voi li boicottate. V oc1 DADESTRA: E quando li boicottate voi? FARINACCI: Lasciatelo parlare! Fate il loro giuoco! MATTEOTTI: Uno dei candidati, l'on. Piccinini, al quale mando a nome del mio Gruppo un saluto ... (Rumori). VOCI: E Berta? Berta! MATTEOTTI: ... conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio Partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all'indomani ( 1). (Rumori). Ma i candidati - voi avete ragione di urlarmi onorevoli colleghi - i candidati devono sopportare la sorte della battaglia e devono prendere tut- ( 1) Antonio Piccinini, tipografo, candidato del Partito Socialista Italiano a Reggio Emilia. Prelevato dalla sua casa e assassinato dai fascisti il 28 febbraio 1924. Sul nome di Antonio Piccinini si ebbe una votazione plebiscitaria e il caduto risultò eletto deputato. Alla Camera i fascisti ne invalidarono le elezioni. 62 Biblioteca Gino Bianco .-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==