Umberto Terracini e altri - Matteotti

ria, la parola della speranza e della rivendicazione, sacra ed augusta, del d ., omani. ». « Sì, il simbolo! Ho pronunciato la parola che lo sintetizza. Simbolo di socialismo, simbolo di devozione all'idea, simbolo di sacrificio e di umanità; simbolo sopra tutto di quella terra promessa, di quell'avvenire di giustizia che Egli ha preconizzato e ricercato con tanto ardimento, verso il quale correva con tanto slancio, e ch'Egli credeva di raggiungere e di abbracciare un giorno, allorchè la Parca, dagli occhi di scheletro, l'arrestò d'improvviso, lo abbracciò, lo strangolò, baciandolo sulla bocca ». E che cosa rappresenta egli? « E' la ribellione eterna dell'umanità contro la tirannia e la violenza; è l'uomo che è uscito dalla classe in cui nacque, che ha disdegnato, sprezzato il privilegio economico di cui avrebbe potuto tranquillamente godere e - spinto dall'aristocrazia della propria anima - si è lanciato, proletario volontario, dal lato e a lato degli oppressi. Ed allora, è trasfigurato. La cronaca credeva di trasmetterlo alla storia; l'ha consegnato già alla leggenda. Egli non è più un socialista italiano; Egli è belga, è europeo, è universale; cittadino di tutte le città, cittadino della Città unica, di quella dei nostri . sogm ». Egli è partito sì, ma Egli ritornerà. « Ritornerà e si porrà alla nostra testa - ve lo spingeremo noi stessi - e una folla di morti lo seguiranno; una folla, anche, di vivi, una folla di semimorti, ritroveranno la loro anima e la loro vita ». « Marcerà verso il Campidoglio, oggi insozzato e disonorato, verso il Campidoglio ridivenuto fulgido, col passo deciso, giovanile e fiero, brandendo la bandiera rossa come al buon vecchio tempo. Sarà il capitano pel diritto che deriva dall'assassinio ». 330 Biblioteca Gino Bianco

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