Umberto Terracini e altri - Matteotti

mente scontato anche noi pur minori e occasionali eccessi dei nostri. Ma, appunto per ciò, noi domandiamo alla maggioranza che essa ritorni all' osservanza del diritto ». Dodici giorni dopo, 1'11 di giugno, Filippo scrive ad Anna: « Siamo in una pena orribile sulle sorti di Matteotti. Ieri mattina era stato alla Giunta del Bilancio. Ieri alle 16 uscì da casa e non so se passò alla Camera, ma nessuno di noi l'ha visto, e da allora in poi non se ne hanno più notizie ». Alla Camera, l' on. Gonzales denunzia al Paese il fatto atroce e senza precedenti che « un deputato dell'opposizione ha potuto essere aggredito -e rapito ed al terzo giorno dalla rapina non sappiamo se esso ci sarà restituito >>. Il seguito della tragedia, la scoperta volutamente ritardata degli avanzi del povero corpo, le parole strozzategli nella gola, tramandate da uno dei sicari: « Uccidete me, ma l'idea che e in me non l'ucciderete mai. . . La mia idea non muore >>, gli arresti degli uccisori, il trasporto del cadavere nella sua terra, fra il compianto dell'Italia, tutto è noto e non vale ripeterlo. Ma quali le ripercussioni del tragico evento, quale la azione per far pagare ai mandanti l'efferatezza del delitto? Ahimè, sunt lacrimae rerum. « Il Comitato delle Opposizioni - scrive Turati il 13 - è una vera Bi• sanzio. Impossibile metterlo d'accordo per qualsiasi aff~rmazione positiva, è uno sforzo enorme per non concludere nulla >>. L'Aventino, costituitosi coi deputati dell'opposizione fuorusciti dall'aula parlamentare, fu per due mesi una continua alternanza di energici propositi e di subitanei afflosciamenti, di concordanze e sconcordanze nei par328 BibliotecaGino Bianco

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