Umberto Terracini e altri - Matteotti

ti di comunicazione con la massa non proletaria. Persisteva, facendosi ora sentire in tutto il suo peso, l'assenza dallà vita e dai problemi del Mezzogiorno d'Italia. Incapace così di interpretare se non l'aspirazione istintiva delle masse s liberarsi, troppo incline a concedere al particolarismo di categoria, negato ad ogni politica di alleanze, il movimento socialista e operaio di quegli anni avrebbe dovuto prima acquistare la sua tempera al fuoco dell'aspra azione nella clandestinità, per potere assurgere a guida del popolo, in una lotta capace di sollevare le masse contro la dittatura e di spazzarla via. Dopo che si era costituito, nel grembo del movimento socialista, il Partito Comunista Italiano, agli inizi del '21, una nuova divisione era intervenuta a breve distanza tra l'ala moderata (che diede vita al Partito Unitario) e i massimalisti, restando peraltro ognuno di questi tre tronconi travagliato al suo interno da profondi contrasti. Risalgono alla memoria le giornate drammatiche e convulse che seguirono l'annunzio dato al pubblico dello sciagurato evento, che macchiava il regime, fin dal suo sorgere, di vergogna incancellabile e mortificava la nazione. Le masse si riversavano per le vie e sulle piazze, lo sdegno straripava, ma la bussola non v'era, non si disponeva degli strumenti necessari a convogliare all'azione la collera del popolo. Settimane e mesi, grevi e plumbei, si succedettero, occupati solo dalla denunzia, dalla secessione parlamentare, dalle pregiudiziali morali, che riflettevano bensì l'animo esulcerato delle masse, ma non legavano, non movevano. A voi, giovani compagni, che più amo, voglio dire con quale animo i giovani che erano allora sui vent'anni si iniziarono, in quelle ore fortunose per la nazione, alla lotta socialista. Chi vi parla, dopo giovanile milizia stu- ·SII Biblioteca Gino Bianco

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