Umberto Terracini e altri - Matteotti

po; altrimenti voi, sì, veramente rovinate quella che è l'intima essenza della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi poichè questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data ci possono es5ere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di sapersi correggere da se medesimo ». « Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sè e deve essere governato con la forza. Molto danno avevano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi anche con l'opera nostra. Voi volete ricac• ciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla giunta delle elezioni » . Suprema rivendicazione della dignità dei lavoratori italiani e supremo commiato. Il ciclo è chiuso. « Preparate il mio elogio funebre », dirà ad un compagno quando ha finito. Il I O giugno il Popolo d'Italia così commemora il discorso « l' on. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più tangibile che l'epiteto di masnadiero lanciato dallo onorevole Giunta ». Il 10 giugno Matteotti venne in questo stesso luogo rapito, assassinato nell'automobile dei sicari della Presidenza ed il cadavere nascosto in una fossa della campagna romana. 300 Biblioteca Gino Bianco

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