' I L'Eroe ha la freschezza e la spontaneità del giovane che sorride del suo stesso eroismo, facile per lui come un gioco. E' un gioco mortale e Matteotti lo sa, ma vuol celarlo agli altri perchè così fanno gli Eroi, eternamente giovani ed eternamente sereni. Il ritmo della sua azione si fa più serrato come se presentisse la fine imminente; i colpi che assesta all'avversario sono sempre più duri; l'odio .con cui il fascismo lo investe rugge sempre più furibondo. Il dramma si conclude. La vicenda è nota e dovrebbe essere scolpita nel cuore di tutti gli italiani. Il 30 maggio un trucco parlamentare della maggioranza e del Presidente fascista della Camera obbliga ad improvvisare la discussione sulla verifica dei poteri. Nessun deputato del gruppo è preparato, nessuno, tranne naturalmente Matteotti che a·ffronta la situazione con un discorso che è una tremenda requisitoria delle elezioni del 6 aprile. Nel suo supremo atto politico Matteotti raccoglie tutta la forza del suo intelletto, tutta la passione del suo cuore e le sue parole sono un seguito di colpi mortali inferti al nemico che moralmente non si risolleverà più. Le lacrime delle cose, per dirla con l'immagine barocca, ma possente di Marx, si levano in piedi. Mai forse dalla tribuna parlamentare si è levata come in quella occasione, per la boce~ di un uomo, la voce vendicatrice di un popolo umiliato ed offeso. Rileggiamo qui la conclusione: « Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo se siete ancora in tem299 Biblioteca Gino Bianco
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