rio di liberarsi di un colpo dalle concessioni a cui erano stati costretti dalle organizzazioni proletarie nel decennio liberale. Particolarmente era la rivincita della rivoluzione agraria del principio del secolo cui anelavano grossi affittavoli e grossi proprietari. Il Fascismo si offrì loro come guardia bianca, agente nei modi della guerra civile in continuazione di quella internazionale, appena chiusa, con la tolleranza fayoreggiatrice dei governi. E fu il martirio del proletariato. Il manganello, l'olio di ricino, i bandi e le bombe furono le armi. Le case del popolo, le camere del lavoro andarono in fiamme, i leghisti furono assassinati ». L'ondata fascista investe tutte le Regioni d'Italia e tra le prime il Polesine. Raramente un evento funesto ha visto sorgere di fronte a sè un uomo più preparato per combattere. Giacomo Matteotti vede veramente scoccare sul quadrante della Storia rora che è sua. Matteotti ha lottato sempre contro la guerra e il fascismo ne è un prodotto mostruoso; ha lottato sempre contro gli sfruttatori per i lavoratori e il fascismo è lo strumento politico degli sfruttatori; ha lottato sempre contro la dittatura per la libertà e il fascismo è la dittatura. Non si potrebbe imma.ginare antitesi più netta, più radicale. Comincia la lotta, la lotta di un uomo contro un mostro. Essa è il ritmo essenziale dei drammi religiosi, delle saghe epiche. E' la lotta elementare del bene contro il male, dell'uomo giusto contro l'iniquità, dell'Eroe contro il flagello che minaccia la Nazione. La realtà assume il significato di una vicenda, la vicenda acquista il valore di un simbolo. 298 Biblioteca Gino Bianco
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