le ed è agli aspetti economici e sociali dei problemi che Matteotti s1 volge con tenacia missionaria e con il sussidio di una rigorosa dottrina. Capo dei braccianti del Polesine alla vigilia della prima guerra mondiale, Matteotti indica ai 50.000 organizzati la strada giusta e li guida nelle loro lotte. « L'opera di Matteotti - scrive Gobetti - trascurava quasi deliberatamente i circoli e si ~volgeva nelle leghe. Consulenza alle cooperative agricole, aiuto nella creazione delle cooperative di consumo, tendenza a fare in tutte le sedi questioni pratiche di realizzazione. Le sue predilezioni per le scienze giuridiche ed economiche trovavano qui l'opportunità di inserirsi nella sua fede socialista e non fu solo il più dotto dei socialisti che scrivessero di economia e di finanza, ma il più infaticabile nel lavoro quotidiano di assistenza amministrativa ». Riformista allora? Sì riformista, ma riformista socialista, riformista che fa delle riforme lo strumento di una politica socialista. E quando avvenimenti di portata mondiale, come la grande guerra, si abbatterono su tutti i popoli, Matteotti passa senza discontinuità, come per una logica concatenazione di atteggiamenti, da riformismo economico applicato ai problemi del suo Polesine all'intransigenza contro la guerra, alla lotta implacabile contro la guerra. Matteotti sa cos'è oppressione e violenza e nella guerra ravvisa la forma macroscopica di quel male che ha combattuto nell'aspetto economico dello sfruttamento e della miseria. .-t La guerra è il compendio mostruoso di tutto ciò che Matteotti avversa come degradazione dell'uomo e della vita, è il male in sè che va affrontato con intransigenza totale. 296 Biblioteca Gino Bianco
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