• I Giacomo Matteotti si era iscritto al Partito Socialista a 14 anni verso la fine dell'altro secolo. Di famiglia agiata, non ricca, Matteotti vive fin da giovane la tragedia dei lavoratori del suo Polesine, la tragedia del bracciantato italiano in lotta contro gli uomini sordidi e la natura avara, la tragedia del pane quotidiano. La prima invocazione della preghiera cristiana cc Dacci oggi il nQstro pane quotidiano » risuona nel cuore del giovane socialista come l'appello angoscioso di uomini e donne alle prese con i problemi elementari di una vita . . . . cui sono appena a1 margini. In questo contatto con i bisogni essenziali, con i problemi che sono nello stesso tempo al limite e al vertice dell'umano, si forgia il suo carattere puro come un diamante e la sua intelligenza spoglia di ogni retorica. Matteotti non va al popolo. Matteotti è popolo nell'atto in cui i problemi del popolo sono diventati i suoi problemi, la ragione di essere della sua vita e delle sue lotte. Matteotti vive la tragedia del bracciantato del suo Polesine come la sua tragedia, ma non si abbandona nè al nichilismo dell'aristocratico scettico, nè alla faziosità del plebeo chiacchierone ed indolente. Su una situazione di estrema miseria delle masse popolari, Matteotti interviene con le risorse dell'azione appassionata, ma coordinata ed intelligente. Matteotti è di quegli uomini che sanno che la Storia non pone mai problemi che non si possano risolvere, è di quegli uomini che sanno che il pensiero e l'azione possono in tutte le circostanze trasformare situazioni disperate in situazioni coordinate e ricche di significati. La situazione che deve essere trasformata è di natura economica e socia295 Biblioteca Gino Bianco
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