Umberto Terracini e altri - Matteotti

.. fasciste, contro il governo ed il suo r.apo. L'aver rinfacciato a Mussolini la sua approvazione dell'amnistia ai disertori, l'aver ricordato a Mussolini - che accusava noi di violenze - le violenze che come socialista prima e come fascista dopo fece commettere alla massa operaia, l'avergli buttato in faccia le sue capriole politiche, furono elementi decisivi per il suo assass1n10; e Mussolini lo fece assassinare il 10 giugno 1924, dopo ripetute minacce di parlamentari fascisti, di sicari e di giornali. Fermiamoci qui. Solo un artista· della penna e della parola può rievocare quella data e i giorni seguenti. La storia ha ormai documentato la responsabilità cannibalesca di Mussolini, dei suoi gerarchi, dei suoi sicari. Morendo Egli pronunciò le fatidiche parole: « Uccidete me, ma l'idea che è in me non muore. I lavoratori benediranno il mio cadavere. Viva il socialismo! ». E queste parole possiamo ripetere ora perchè se le sue labbra potessero aprirsi le ripeterebbero oggi con la stessa eroica fede di allora. Ma io mi accorgo che abuso di voi e rubo il tempo ad altre più elevate • • oraz1om. Perciò mi avvio alla fine, scartando pensieri ed argomenti che mi si affollano alla mente, che mi premono alle labbra. E ritorno a questo nostro Martire che ha saputo gettare la sua anima al di là dell'ultimo ostacolo, che ha preferito vivere un giorno da leone anzi• chè cento anni da pecora proprio in quel momento in cui molti, in quella travagliata incertezza, erano degli attesisti che, praticando anche allora, come 21 anni dopo si verificò per altri ceti e per altri casi, il doppio gioco, si comportavano come gli abitanti di quella marina i quali, al tempo delle incursioni dei Turchi, tenevano due immagini, l'una di Maometto l'altra di 275 BibUoteca Gino Bianco

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