Non poche le . . aggress1on1; tipica per la sua malvagità e volgarità quella del 12 marzo 1921 a Castelguglielmo, dove fu preso, malmenato ed abbandonato in un campo. Giunto il fascismo al potere, continuò imperterrito ad esserne l'implacabile ed instancabile accusatore facendo inferocire coloro che avevano acqui. sito la convinzione che con la violenza potevano imporre se non il consenso almeno il silenzio. A distanza di un anno dalla cosidetta marcia su Roma pubblicò, a cu - ra del partito socialista unitario, una ~ocumentata relazione sulle violenze, sugli arbitri, sulle illegalità del regime mussoliniano, di cui denunciava errori, spropositi, delitti e ladrerie sia nel campo politico che in quello 6.- . . nanz1ano. Finchè si giunse al dramma. Ricordate la seduta del 30 maggio 1924, l'ultima epica battaglia del nostro Matteotti. Io la ricordo con precisione perchè gli ero seduto poco lontano e dovevo parlare dopo di Lui sulla illegalità della convalida elettorale proposta dalla Giunta delle elezioni. Ho riletto gli atti di quella tornata parlamentare. Rivedo la scena, quando Egli per due ore tenne testa al clamore, agli insulti, alle minacce della maggioranza inviperita; tutti gli erano ferocemente contro, dal presidente Rocco a Mussolini, fino all'ultimo scagnozzo fascista. Volle parlare con linguaggio parlamentare e non prudenziale, come lo ammonì in maniera sintomatica il presidente Rocco, volle resistere alla bufera, volle parlare contro tutti quei malvagi e contro tutte quelle sopraffazioni e segnò la sua condanna a morte. E la sua condanna a morte venne decisa, anche perchè si sapeva che stava preparando una voluminosa accurata documentazione delle ribalderie 274 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==