• I audace, con spirito acutamente critico e dialettica spietatamente incisiva, nei suoi scritti come nelle sue parole, nei suoi discorsi, nelle interpellanze alla Camera, nelle interruzioni, non dava requie al fascismo,. ai fascisti, all' onnipotente duce. Era l'uomo che non si fermava davanti alla ineluttabilità del fatto fascista, ma del fascismo cercava le cause malsane, le origini impure e gli intendimenti delittuosi. Già era un antesignano della lotta antifascista quando chiedeva agli uomini ed ai partiti politici di por termine al malcostume politico che seguiva la via del personalismo, dell'opportunismo privo di ogni idealità, quando denunciava l'agnosticismo dei gruppi amorfi. L'analisi particolareggiata che Egli faceva di ogni questione, l'intransigenza morale e politica che metteva in ogni atto lo rendevano indulgente verso gli avversari scrupolosi, severo verso i compagni pigri ed indolenti, spietato verso gli avversari in mala fede, verso i nemici del bene. Tecnico :finanziario del gruppo socialista, spulciava e denunciava tutte le malefatte finanziarie del fascismo a cui non perdonava le prime dilapidazioni del pubblico erario; e va notato che il fascismo non si era allora ancora infognato nelle ladrerie generali e colossali, e che il cambio della guardia non significava ancora l'allontanamento dei gerarchi impinguati, per cedere il posto nel banchetto delle ladrerie ai gerarchi non ancora satolli. La tribuna parlamentare gli serviva per denunciare giornalmente l'attività illegale del fascismo, le spedizioni punitive, le atrocità dei delitti compiuti; e tali dep.unzie faceva tra il silenzio dei giornali afascisti impauriti e gli attacchi rabbiosi dei giornali e dei deputati fascisti. Le sue interrogazioni alla Camera fioccavano a decine, ma a decine fioccavano pure le minacce contro di 1'ui. 273 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==