Umberto Terracini e altri - Matteotti

• I no, perchè si induca a ritrattare ciò che fece alla Camera e dichiari che lascerà il Polesine. « Ho una dichiarazione sola da farvi : che non vi fa ccio dichiarazioni ». Bastonato, sputacchiato, non aggiunse sillaba, ostinato nella resistenza. Lo spingono a viva forza in un camion; e.parando in alto tengono lontani i pro• letari accorsi in suo aiuto, mentre i carabinieri rimangono chiusi in Caserma. Lo portano in giro per la campagna con la rivoltella spianata e tenendogli le ginocchia sul petto, sempre minacciandolo di morte se non promette di ritirarsi dalla vita politica. Visto inutile ogni sforzo finalmente si decidono di buttarlo dal camion nella via. Matteotti percorre a piedi 10 chilometri e rientra a mezzanotte a Rovigo dove lo attendevano alla sede della Deputazione provinciale per la proroga del patto agricolo, il cavalier Piero Mentasti, popolare, l' avv. Altieri, fascista, in rappresentanza dei piccoli proprietari e dei fittavoli .. Giovanni Franchi ed Alqo Parini, rappresentanti dei lavoratori. Gli abiti un poco in disordine, ma sereno e tranquillo. Solo dopo che furono usciti gli avversari, rimproverato dai compagni per il ritardo, si scusò sorridendo: « I m'ha robà ». Aveva riconosciuto alcuni dei suoi aggressori, tra gli altri un suo fittavolo, a cui una volta aveva condonato l'affitto: ma non volle farne i nomi. Invece assicurò che mandanti dovevano essere il commendatore Vittorio Pelà di Castelguglielmo e i Finzi di Badia, parenti dell'ex sottosegretario di Mussolini. Il volontario della morte La storia di questo rapimento è tuttavia impressionante e perciò abbiamo voluto raccoglierne da testimonianze incontestabili tutti i particolari. 245 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==