. ' • GIACOMO Matteotti vide nascere nel Polesine il movimento fascista come schiavismo agrario, come cortigianeria servile degli spostati verso chi li pagava; come mediovale crudeltà e torbido oscurantismo verso qualunque sforzo dei lavoratori, volto a raggiungere la propria dignità e libertà. Con questa iniziazione infallibile, Matteotti non poteva prendere sul serio le scherzose teorie dei vari nazionalfascisti, nè i mediocri progetti machiavellici di Mussolini: c'era una questione più fondamentale di incompatibilità etica e cli antitesi istintiva. Sentiva che per combattere utilmente il fascismo nel campo politico occorreva opporgli esempi di dignità con resistenza tenace. Farne una questione di carattere, di intransigenza, di rigorismo. 243 Biblioteca Gino Bianco
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