Umberto Terracini e altri - Matteotti

-- << Le sue parole, tutte impregnate di una passione angosciata e di una fede ardente, tutte avvivate della sensazione commossa della sopravvivenza impalpabile di Chi nel martirio ha realizzato la certezza della immortalità, non solo han preso posto nell'albo delle pagine più drammaticamente vissute della nostra tormentata generazione, ma hanno rappresentato la formula battesimale di una meravigliosa palingenesi dei nostri più arditi ideali sociali. « L'orazione è stata squisitamente religiosa: tutta soffusa di un meraviglioso alito cristiano. Filippo Turati avrebbe potuto inquadrarla fra due sentenze neotestamentarie : la parola del Cristo, la più augusta vittima che abbia effuso il sangue per la sollevazione dell'umana convivenza: il più ardente amore del prossimo è di colui che pone la vita propria allo sbaraglio, a vantaggio dei fratelli; - e il precetto di Paolo, il più compiuto interprete del Maestro: solo col bene vincerai il male >>. Nobile e veramente grande rito, in cui tutta la virtù morale del Socialismo è stata esaltata, in cui il sacrificio dell'individuo per il bene della collettività anonima dei suoi fratelli nel dolore e nella speranza è per la più potente esaltazione dell'Umanità. Per questo l'orazione di Turati ha trovato la via di così infinita moltitudine di cuori. 232 Biblioteca Gino Bianco

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