' ' commossa, elevatissima - più che l'anima dell'uditorio, l'angoscia materna di tutta una stirpe e l'ansia di tutto un popolo. E questa commozione raggiunge i culmini di un giuramento sacro quando l'on. Turati esclama che per la libertà e per la giustizia tutti son pronti a morire. Allorchè egli chiude il suo discorso, dopo una pausa solcata dal tumulto dei singhiozzi, scoppia un applauso irrefrenabile; l'on. Turati è abbracciatò da cento amici piangenti. E' in tutti la sensazione di partecipare ad un rito austero e grande, la coscienza di vivel'e un'ora di storia del nostro Paese. * * • L'austera e solenne cerimonia celebrata a Montecitorio, per concorde iniziativa dei Gruppi di Opposizione, come attestazione dello strazio di tutti per la morte di Giacomo Matteotti e della reverente ammirazione per la grandezza di animo con cui Egli andò incontro, con la Sua opera, al Suo Martirio, assume il valore di un simbolo religioso e di un avvenimento storico. La parola di Filippo Turati è risonata come la parola stessa della civiltà; e niente potrebbe esprimere in maniera più evidente e suggestiva il significato intimo del duello fra Governo e Opposizione, che il confronto fra J'alta umanità delle parole di Filippo Turati e la bassa bestialità che trapela da tutte le grossolane minacce dei giornalisti ministeriali e degli oratori delle adunate fasciste. · « Pronunciando dinanzi alle Opposizioni riunite la celebrazione di Colui che diede morendo la più potente testimonianza all'Idea - ha scritto sul Mondo Ernesto Bonajuti, l'insigne studioso del Cristianesimo - Filippo Turati ha compiuto un gesto di una sconfinata portata morale. 231 Biblioteca Gino Bianco
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