Umberto Terracini e altri - Matteotti

.- per reati comuni, ma si facilitò la difesa di migliaia di bricconi in attesa di giudizio e per i quali gli avvocati industri sbandierarono il provvido fine nazionale! Per dare un'idea dei gravissimi effetti di quel dissennato decreto legge, che si stenterebbe a creder vero, una notte, in un paese della Ciociaria, due militi fascisti penetrarono nella casa di un povero operaio ritenuto comunista e, legatolo, con le rivoltelle in pugno, abusarono della di lui moglie. La mattina seguente quell'infelice denunziò l'accaduto ai Carabinieri i quali, accertato il fatto, arrestarono i due delinquenti. Iniziato il processo, gli atti giunsero al Sostituto Procuratore generale incaricato di stendere la requisitoria, il quale concluse perchè la Sezione di Accusa dichiarasse estinta l'azione penale contro i due imputati per sopravvenuta amnistia. In quel tempo, per la gran mole dei processi, i Magistrati incaricati di stendere le sentenze le preparavano anticipatamente per la firma. Il Consigliere cui avevo affidato lo studio di quella gravissima causa, fatta la relazione, disse che egli aveva già scritto la sentenza in conformità della richiesta del P. M. Il sangue mi salì al cervello e, strappando dalle mani di quelrindegno magistrato il fascicolo del processo, lo consegnai ad uno dei due consiglieri onesti ed indipendenti fra i sette che costituivano la Sezione di Accusa (ne cito i nomi ad onorata memoria: Enrico Randaccio, Enrico Altobello) perchè rifacesse la sentenza, disponendo il rinvio di quei due sozzi furfanti al giudizio della Corte di Assise di Velletri. 204 BibliotecaGino Bianco

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