Umberto Terracini e altri - Matteotti

. , nalista non tacere la verità e dai rei fatti e detti, per l'infamia perpetua ritirare gli uomini » (I). Fin dai primi giorni del nostro lavoro istruttorio ci accorgemmo che la grande maggioranza dei colleghi, temendo di perdere il favore e la protezione dei nuovi padroni dell'Italia, se avessero continuato a trattare familiarmente con noi, non solo evitavano la compagnia mia e di Tancredi, ·ma parecchi di questi spregevoli servitori del regime mussoliniano arrivarono al punto di toglierci il saluto. Molti di costoro, dopo il 3 gennaio 1925, non ebbero vergogna di vestire la camicia nera e chiedere in elemosina la tessera del Partito. È forse necessario dire. che, durante la ventennale servitù della Italia, raggiunsero rapidamente gli alti gradi della Magistratura e parecchi cli cosiffatti cialtroni sollecitarono l'onore di partecipare al famigerato Tribunale Speciale, presieduto da Cristini che tante lacrime cocenti fece versare a centinaia di madri, sorelle e spose d'infelici, rei del solo delitto di pensiero, e che condannò, con sordido cinismo, l'infelice giovane sardo Schirru alla pena della fucilazione. A codesto tristo Cristini e ai suoi sgherri, camuffati da giudici, f urono spalancate le porte di Regina Creli, dando loro la libertà invece della terribile e meritata punizione. (1) Tacito, Annali, Libro Ill, traduzione del Davanzati. 193 • Biblioteca Gino Bianco

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