Umberto Terracini e altri - Matteotti

' I E quei due o tre, sfuggiti in vita al giusto castigo andarono, sì, immuni dalla pena, ma non dall'infamia che li seguì fino alla tomba. A questi ultimi tornano applicabili le parole di Nicolò Fiorentino, uno dei martiri del dispotismo borbonico, rivolte al giudice Guido Galati, della Giunta di Stato del 1799, allorchè Io teneva ad esame e cercava strappargli confessioni cc Vi esorto a riflettere che se giustizia universale, che pure circola sulla terra, non punirà in vita i delitti vostri, voi, nome aborrito, svergognerete i figli, e sarà, per i secoli avvenire, la memoria vostra maledetta! ». • • • Tra la metà di agosto ed i primi di settembre, venimmo a conoscenza che nel pomeriggio del 10 giugno di quell'anno, Cesare Rossi ed il suo più intimo amico Carlo Bazzi, direttore del giornale fascista cc Il Nuovo Paese », erano stati visti in uno dei più eleganti ristoranti di Frascati in compagnia di due graziose donzelle emancipate che, giunte poco tempo prima a Roma dall'Alta Italia, avevano di colpo acquistato notorietà nel mondo allegro della Capitale. Queste due donnine occupavano una camera matrimoniale in una lussuosa pensione romana, ed erano in relazione con ricchi giovani dissoluti dai quali attingevano lauti guadagni. Queste notizie destarono l'interesse mio e di Tancredi, poichè la coincidenza delle date destava legittimo sospetto. Chiamai subito il Commissario di P. S. Epifanio Pennetta, addetto al servizio della Sezione di Accusa, e lo incaricai di praticare sollecite indagini per scoprire il nido delle due tortorelle, fermarle e condurle al Palazzo di Giustizia. Il Pennetta tre giorni dopo tornò in compagnia delle due donnine. Costoro, separatamente interrogate, resero le deposizioni che, in sostanza, concordavano perfettamente. 179 Biblioteca Gino Bianco

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