Umberto Terracini e altri - Matteotti

• I • Il paese era caduto sotto l'impero del terrore che incuteva quella massa di malviventi, militarmente organizzati. La stampa fascista, anzichè biasimare siffatti eccessi e consigliar calma e moderazione, li scusava e, quasi, li incoraggiava. Fra i giornali fascisti, chi maggiormente si distingueva in quest'opera di incitamento a delinquere, era il giornale « L'Impero » fondato da Mussolini due anni prima del delitto Matteotti, allo scopo di preparare la pubblica opinione al colpo di Stato, diretto a rovesciare la dinastia imperante e farsi proclamare imperatore, a guisa di Napoleone Bonaparte. Alla direzione del fogli o quotidiano aveva chiamato due suoi scherani della peggiore specie: Mario Carli ed Emilio Settimelli. Quando si sparse per Roma la notizia che la Sezione di Accusa era intenzionata di unire - per evidente motivo di connessione - al processo maggiore di Matteotti quelli minori che allora si stavano istruendo dall 'ufficio del Giudice Istruttore presso il Tribunale, circa i mancati omicidi nelle persone dei deputati Amendola e Misuri, per l'assalto e la devastazione del villino dell'on. Nitti e per i] ratto e la purga forzata di olio di ricino all'on. Ulderigo Mazzolani, elevando anche la rubrica di associazione per delinquere a carico dei mandanti ed esecutori materiali di tutti codesti delitti, i scatenò subito da parte della stampa fascista una campagna furibonda di minacce e intimidazioni contro chiunque si fosse azzardato a disonorare il partito e il suo capo inviolabile, Benito Mussolini. L'Impero stava alla testa della campagna, e nel n. 179 del 27 luglio 1924 pubblicava in prima pagina un articolo violentissimo che testualmente trascrivo, avendolo tenuto in serbo per ogni opportuno evento : « È inutile alludere, più o meno velatamente, a Mussolini per il delitto Matteotti. Il Duce, salvatore della Patria, non si tocca. Il fascismo non lo permetterà mai e a nessun costo ». 175 Biblioteca Gino Bianco

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