sanzioni contro i reati fascisti, il quale voleva sapere se, durante il tempo in cui istruivo il processo per l'assassinio di Matteotti, si fossero fatte pressioni su di me e insieme promesse di vantaggi, per indurmi a lasciare la retta via. Risposi con una lunga e particolareggiata dichiarazione, trovando modo di esporre in essa gran parte delle confidenze fattemi in Roma nel 1927~ come avanti ho detto. In tale occasione indicai un altro complice dell'orrendo delitto, sfuggito nella prima istruttoria, in persona del Commendatore Fasciolo, segretario particolare di Mussolini, secondo la cennata indicazione dell' avv. Vaselli. Certamente quella mia lunga dichiarazione, la quale assieM me agli altri elementi raccolti dall'Alto Commissario servì di base alla sen - tenza della Corte di Cassazione, per annullare la sentenza della Corte di Assise di Chieti del 1926 e ordinare la riapertura dell'istruzione del processo Matteotti, deve trovarsi alligata agli atli della seconda istruttoria. Scrivendo tempo fa all' on. Matteo Matteotti, figlio del martire assassinato, gli consigliai di leggere quella mia lunga dichiarazione, da cui avrebbe appreso tante cose eh' egli forse ignorava sul conto di certe persone che si infamarono, procurando allora il salvataggio completo dei mandanti, dei sicarii e loro complici. Ignoro se l' on. Matteotti, il quale si era dapprima costituito parte civile in giudizio e poi ritirò la fatta costituzione, abbia seguito il mio consiglio. È fuor di dubbio però, che quel grave documento sarebbe utile venisse a conoscenza del pubblico al quale, dalla stampa prezzolata, si fecero credere molte falsità ed inesattezze sul conto di certi personaggi gabellati per oneste persone, degne di stima e di ossequio! E chiudo la lunga parentesi. 171 Biblioteca Gino Bianco
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