fensori degli imputati e il rappresentante il P. M. Alberto Salucci allo scopo di concertare fra loro il comportamento che ciascuno di essi avrebbe tenuto durante la discussione, il giorno seguente. Interrogato per primo, quale avvocato del principale accusato Dumini. circa il suo metodo difensivo, egli, Vaselli, così aveva risposto: cc Mi limiterò a difenderlo, mantenendomi negli stretti termini della sentenza di rinvio e cioè ammettendo la sua partecipazione al delitto di omicidio di Giacomo Matteotti, ma dimostrando che, n suo favore, devono accordarsi oltre il beneficio della preterintenzionalità anche quelli della concausa e delle circostanze attenuanti generiche. Mi asterrò poi, rigorosamente, dal toccare il lato politico della causa, per dare così, al pubblico e ai giurati, l'impressione che noi facciamo opera di giustizia e non di partigianeria >>. Ma Farinacci era balzato in piedi e, rivolto a lui, aveva esclamato: re Niente affatto! Noi dobbiamo sostenere, in linea principale, che gli accusati odierni non sono gli autori del ratto e dell'uccisione di Matteotti il quale, invece, è stato rapito e trucidato da altre persone rimaste ignote; subordinatamente, nella dannata ipotesi che i giurati escludessero questa nostra versione, dobbiamo sostenere che gli accusati, se realmente sono stati essi gli autori del fatto, anzichè di pena, sarebbero degni di corona civica, per avere liberato l'Italia da uno dei suoi peggiori nemici >>. Udendo tali parole, Vaselli si era alzato di botto, aveva raccolto le sue carte e abbandonato la riunione dicendo a Farinacci: cc Allora Dumini sarà difeso da te soltanto! >>. Dopo di che, col primo treno alla volta di Roma, se n'era partito da Chieti. • • • Parecchi anni fa e precit5amente nel settembre del 1944, dovetti rispondere davanti il Pretore di Vieste alla richiesta dell'Alto Commissario per le 170 Biblioteca Gino Bianco
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