Umberto Terracini e altri - Matteotti

simo gruppo di fascisti facinorosi, guidati da Giovanni Marinelli, s'era re• rato sotto la terrazza del Circolo della Stampa in piazza Colonna per fare una clamorosa e minacciosa dimostrazione contro i giornalisti di opposizione. Alle urla dei dimostranti erano usciti sulla terrazza i giornalisti che in quell'ora si trovavano al Circolo e fra di essi c'era Alberto Giannini. Alla vista dell'odiato direttore del << Becco Giallo » il Marinelli con voce stentorea, aveva gridato: « Giannini, preparati la bara, preparati la bara! >>. Se il piano, preparato con tanta diabolica cura, di rapire e fare scom• parire per sempre il cadavere di Matteotti, fosse riuscito, gli altri personag• gi dei quali ho fatto menzione, e tutti quanti i più accaniti oppositori di Mussolini, avrebbero subìto eguale sorte. Ma, come dice l'adagio popolare, il diavolo insegna bensì a fare la pentola e dimentica il coperchio : il piano prestabilito dalla Ceka Mussolini, Marinelli e compagni fallì per imprevig• genza degli esecutori materiali del delitto. La vettura automobile prestata da Filippelli agli assassini, come risultò pienamente accertato da elementi di prova generica e spP,cifica, al momento della sua partenza da Roma aveva una provvista di benzina sufficiente per un percorso di oltre quattrocento chilometri. Era questa una conferma alla voce sparsa per Roma fin dai primi giorni del delitto. Si diceva infatti insi · stentemente che i sicari avevano avuto ordine, rapito il deputato socialista, di conservarlo in vita fin tanto che non avessero raggiunto qualche foresta dell'Umbria, colà trucidarlo e seppellirne il cadavere nel luogo più nasco• sto, in modo da renderne impossibile la scoperta. E invece, che cosa accadde? Matteotti fu ucciso dopo appena due o tre chilometri di strada ed il sangue della vittima, abbondantemente versato, imbrattò l'interno dell'automobile, le mani ed anche parte degli abiti degli assassini. Costoro, inoltre, che non avevano avuto l'accorgimento, prima della partenza da Roma, di fornirsi di una solida zappa per potere scavare il terreno fino alla profondità 166 BibliotecaGino Bianco

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