• I *** Il Senatore De Bono, anch'egli accusato dalla stampa antifascista di complicità nel delitto Matteotti, fin dai primi giorni dell'istruttoria aveva chiesto alla Sezione di Accusa di essere sentito come testimone, ma noi gli avevamo fatto sapere che doveva attendere: lo avremmo esaminato a suo tempo. Allorchè però i giornali annunziarono ch'era stato sentito come teste .I' on. Finzi, il quale era stato dimeseo da Mussolini dalla carica di Sottosegretario di Stato all'Interno, il De Bono si presentò spontaneamente, insistendo per essere subito esaminato come teste. Il suo desiderio venne soddisfatto, ed ecco in breve la deposizione resa dal Capo della milizia fascista e Direttore Generale della P. S. Disse che due giorni dopo la sparizione di Matteotti, e precisamente la sera del giovedì 12 giugno, nella cui mattinata egli, De Bono, aveva fatto arrestare alla stazione di Roma Dumini e Putato mentre si accingevano a partire alla voltà di Milano, si teneva fra i maggiorenti del partito una riunione. Poco dopo erano venuti Cesare Rossi e Giovanni Marinelli i quali, alla presenza di Mussolini, avevano detto a lui, De Bono, e a Finzi: « A mezzanotte in punto trovatevi a Palazzo Viminale, poichè tutti e quattro dobbiamo trattare di cosa di somma importanza ». Allorchè il Rossi e il Marinelli si furono allontanati, Mussolini gli aveva detto : « Dopo la riunione che terrete al Viminale mi comunicherai per telefono che cosa avrete, fra voi quattro, combinato ». A mezzanotte in punto Rossi e Marinelli si erano presentati ed era cominciato il colloquio a quattro. Per primo aveva preso la parola Rossi, domandando a lui De Bono e a Finzi: « Ma siete proprio risoluti a tenere in arresto Dumini e Potato? ». Mentre Finzi taceva, De Bono aveva risposto con aria decisa: « Ma sì che 155 Biblioteca Gino Bianco
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