• I no compromessi nell'ordire ed eseguire l'orrendo delitto che aveva commos .. so l'intero mondo civile. A me personalmente giunsero per via postale elogi ed incoraggiamenti a proseguire sulla diritta via, e non voglio su ciò ancora soffermarmi a parlare. Al contrario, Mussolini corse subito ai ripari facendo uso, secondo il suo solito sistema, dell'arma della intimidazione e del ricatto. Due giorni dopo l'eseguito arresto di Marinelli, ai soldati regolari destinati alla guardia esterna del fabbricato di Regina Creli, ove si svolgeva la maggior parte della istruzione penale, sostituì i suoi militi fascisti vestiti in alta uniforme. La cosa non arrecò nè a me, nè a Tancredi, alcuna impressione di paura, come il Duce aveva sperato. All'improvviso, mi vidi accompagnare per la strada da un maresciallo di P .S. in abito borghese, e da un agente subalterno anch'esso vestito in borghese. Il Maresciallo mi disse chiamar i Biagio Pollicita e il suo subalterno Siciliano Salvatore, e che entrambi avevano avuto ordine dal Questore di vigilare alla sicurezza della mia persona. Mi annunziò, inoltre, che due altri agenti in borghese erano stati posti a guardia nella portineria del palazzo ove io abitavo, via Attilio Regolo 27. Queste precauzioni, spiegò il Pollici1éi, erano state adottate dalla Questura, perchè si temeva che io potessi ~ssere vittima di qualche attentato da parte dei fascisti esaltati. Le notizie datemi dal Pollicita non mi riuscirono gradi- , te giacchè in questo modo era diminuita la mia libertà personale. Ma mi spiegai il fatto quando, la sera di quel giorno e la successiva, una cinquantina di fascisti facinorosi vennero a fare una dimostrazione ostile sotto la finestra di casa mia, gridando a squarciagola: << Viva Dumini, viva Volpi e morte ai nemici di Mussolini! ». Poi la dimostrazione non ebbe più seguito, poichè la Questura, durante 125 Biblioteca Gino Bianco
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