Umberto Terracini e altri - Matteotti

nosco anch'io - disse subito Mussolini - è la persona adattissima per la bisogna ». Costituita da Dumini la banda dei sicari, erano cominciati gli attentati contro i suddetti deputati e fra l'altro era stato assalito e devastato il villino Nitti. Di tutti questi misfatti il Rossi spiegò minutamente i particolari indicando i nomi delle persone che vi avevano preso parte, così materiale che morale. Rossi disse, lo rammento con precisione, che, commesso il primo tentativo di omicidio in persona dell'on. G. Amendola, il generale De Bono aveva comunicato l'esito a Mussolini, eh' era in quel giorno a Milano, mediante un filo telefonico personale esistente fra Roma e Milano. Mussolini, appresa da De Bono la notizia che il povero Amen dola aveva ricevute dai sicari bastonate così tremende sulla testa da rimanere immerso nel proprio sangue e quasi morto, aveva risposto: cc Ora vado con maggiore appetito a fare colazione! » . Poi Rossi prese a parlare di Alfredo Misuri. Socialista della prima ora, costui, appena si era accorto che Mussolini dopo aver espresso tendenze repubblicane aveva cambiato rotta, era passato immediatamente all'opposizione, come prima di lui aveva fatto l'altro deputato on. Forni; e alla Camera, con frequenti discorsi, aveva criticato senza riguardi non solo gli atti del Governo, ma lo stesso Mussolini. Questi, allora, aveva comandato che si bastonasse energicamente Misuri, dando ordini precisi a De Bono di organizzare l'aggressione. Il poveretto era stato assalito a tradimento mentre si trovava in un vespasiano, nei pressi di Montecitorio e, sotto i colpi furenti di Dumini e Volpi, ai quali si era aggiunto un altro malandrino di nome Guardabassi che per la bisogna era stato fatto venire a Roma, era caduto immerso nel proprio sangue. 116 Biblioteca Gino Bianco

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