Umberto Terracini e altri - Matteotti

' I dettatura senza mai interrompervi. Dopo risponderete alla mia domanda specifica circa la vostra partecipazione come mandante al ratto dell' onorevole Matteotti ». Per ben cinque ore Cesarino Rossi dettò in forma chiarissima la sua lunga deposizione, specificando minutamente quanto era stato operato di delittuoso contro gli avversari di Mu&solini, deputati Amendola, Forni e Misuri. Affermò anzitutto che Mussolini, bramoso di imporre una dittatura assoluta su tutta l'Italia, si era rivolto a lui Rossi e al segretario amministrativo del partito, Giovanni Marinelli, persona nella quale riponeva la maggiore fiducia, esprimendo il proposito di creare un organismo segretissimo, al quale poi aveva fatto adesione il generale Emilio De Bono, comandante supremo della Milizia fascista e, nel tempo stesso, Direttore Generale della Polizia, con lo scopo di atterrire i deputati d'opposizione, specie l'on. lVIatteotti, mediante atti di energica violenza, ossia con ferimenti, bastonate, purghe forzate di olio di ricino e, occorrendo, con l'uccisione dei suoi più pericolosi avversari, inducendo così tutti al silenzio più completo. Aveva dapprima manifestato questo criminoso proposito ad esso Rossi, dicendogli: « Cesarino, tu devi indicarmi fra i nostri fa scisti, un individuo pieno di coraO'gio senza scrupoli, e capace di commettere qualunque cosa gli sarà ordio ' . nato di fare. A costui bisognerà dare J'incarico di scegliere fra i fascisti facinorosi altre persone della stessa risma, e di costituire una banda pronta sempre ad agire in qualunque tempo e luogo d'Italia >>. Rossi, così interpellato, gli fece il nome di Americo Dumini. « Lo co115 Biblioteca Gino Bianco

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