' . A un certo punto fui costretto ad allontanarmi dalla sala di istruzione, e quindi il confronto rimase sospeso. Quando vi feci ritorno, prima di riprendere il confronto, Tancredi, trattomi da parte, disse: « Presidente, durante la sua assenza, Dumini e Filippelli si sono calmati ed hanno parlato fra loro sottovoce. lo che li tenevo d'occhio e cercavo sentire di che discorressero, ad un certo momento ho udito· Dumini che diceva al Filippelli: Le tue rivelazioni di questa sera sono state intempestive. Bisognava aspettare altro tempo. Hai mancato di prudenza ed hai fatto precipitare tutto il mio piano ». Ripreso il confronto, mi accorsi che i due si erano pacificati. Filippelli, a un dato momento, rivolse a Dumini questa interrogazione : « Ma tu puoi dire, in coscienza, che mi avevi avvertito dell'uso che dovevate fare dell'automobile? ». Al che il Dumini rispose : << Povero Filippelli, mi dispiace che per colpa mia tu ti trovi in mezzo a questo guaio! ». Rammento ancora che, quando eravamo sul punto di chiudere l'istruttoria e di fare la requisitoria e la sentenza di rinvio degli accusati al giudizio della Corte d'Assise, eravamo in dubbio circa la sorte del Filippelli, e forse avremmo nei suoi riguardi cambiata la rubrica dell'imputazione, da complicità in favoreggiamento, ed ordinato la sua escarcerazione. Credo inutile soffermarmi sul contenuto del memoriale che Filippelli s<~risse il giorno della sua fuga e consegnò al giornalista Filippo Naldi il quaJe lo nascose a Livorno ove fu recuperato dall'on. Emanuele Modigliani, rappresentante la parte civile, signora Velia Titta ved. Matteotti, e consegnato al.la sezione di Accusa; giacchè ]e prove raccolte e delle quali parlerò in seguito, erano tali da sorpassare di molto le rivelazioni contenute nel suddetto manoscritto. 113 Biblioteca Gino Bianco
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