Umberto Terracini e altri - Matteotti

' I questo motivo egli doveva parlare in presenza dell'intero ufficio istruttorio, ed il cancelliere doveva subito consacrare a verbale le risposte che egli avrebbe dato alle nostre domande. Dopo queste osservazioni Filippelli stette quale.be tempo a pensare, poi disse: « Ebbene, parlerò, qualunque cosa avvenga. lo mi trovo maledettamente implicato in questo tristo affare senza mia colpa; parlerò e dirò tutto poichè la mia situazione è tragica >>. Tacque per un momento, poi riprese: « Dumini e Putato, i quali sono impiegati nell'amministrazione del Corriere Italiano da me diretto, nei primi del corrente mese mi chiesero l'uso per pochi giorni di una vettura automobile, giacchè erano giunti da Milano alcuni loro amici fascisti per conoscere Roma e i suoi dintorni. lo aderii alla loro richiesta e prestai la vettura. La sera del 10 corrente Domini e Putato vennero nella redazione del Corriere Italiano in preda ad una certa preoccupazione. Il Dumini prese a parlare in questi termini: « Filippelli, oggi è successo un pasticcio, al quale bisogna prontamente rimediare. Matteotti oggi è morto! ». « Stupito di questa notizia - continuò Filippelli - chiesi al Domini di spiegarmi come e perchè Matteotti fosse morto. Egli allora prese a raccontarmi che, dopo il discorso violento pronunciato dal deputato socialista alla Camera, contro il fascismo in genere e contro Mussolini in ispecie, questi aveva fatto capire ad esso Domini che bisognava dare una lezione a Matteotti » . « Oggi, per incarico avuto da Mus&olini - mi disse ancora Domini - Giovanni Marin~lli, il Potato ed altri compagni, abbiamo atteso con l'automobile ferma sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, in vicinanza dell'abitazione di Matteotti, e quando verso le ore 16 il deputato è uscito per recarsi alla Camera, lo abbiamo rapito e chiuso per forza nella vettura. Mentre l' automobile correva, avendo il deputato opposto resistenza ai compagni, questi 107 Biblioteca Gino Bianco

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