PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Struttura di missione anniversari nazionali ccl eventi sportivi nazionali e internazionali
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MATTEOTTI 1 Biblioteca Gino Bianco
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Biblioteca Gino Bianco '' ...... il Tuo olocausto ci ha tutti riabilitati,, 1'uRATI
La di/ fusione di questa Opera è curata dalla ORGANIZZAZIONE CEDELP - ROMA Via Ùlura Mantegazza, 71 - Telefono 535170 BibliotecaGino Bianco
PUBBLICAZIONEEDITA SOTTOL'ALTO PATRONATODELL'ANPPIA ROMA - 1957 Biblioteca Gino Bianco
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Alla compilazione di questo volume hanno collaborato : Biblioteca Gino Bianco UMBERTO TERRACINI FILIPPO TURATI ALBERTO SCABELLONI SALVATORE MIGLIORINO MAURO DEL GIUDICE PIERO GOBETTI VITTORIO EMANUELE ORLANDO GIUSEPPE ROMITA GINO COCCIA GIUSEPPE SARAGAT RODOLFO MORANDI ALESSANDRO SCHIAVI LUIGI BENNANI PIETRO NENNI FRANCESCO TAORMINA FRANCO RESTIVO LUIGI STURZO PAOLO ROSSI
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UMBERTO TERRACINI Presentazione B b ioteca Gino Bianco
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.. DANDO il suo patronato all'iniziativa editoriale che offre oggi agli italiani questo volume intitolato a Matteotti, l' ANPPIA ha inteso onorare, nel nome del Martire nuovamente celebrato, tutto l'antifascismo militante combattente e perseguitato del quale essa rappresenta degnamente nell'Italia odierna la gloriosa invitta eredità. Dopo avere letto queste pagine, levando gli occhi attorno a mirare la nostra patria, la nostra gente tutta protesa, pur fra aspre lotte e fieri contrasti politici, a perseguire sotto l'egida delle istituzi.oni democratiche e repubblicane un più largo respiro rinnovatore, a malapena ci si persuade che poco più di un decennio fà essa vivesse ancora, e per oltre vent'anni avesse accettato di vivere, sotto il regime avvilente del quale si de71iundiaqui ancora una volta, con uno dei suoi più orrendi delitti, l'ignobile e miseranda natura. Una scelta di documenti presentati secondo la loro successione cronologica, e nulla più. Ma quale possente efficacia emotiva non possiede il quadro così messo assieme! E gli italiani, a nessuno dei quali la tragica e gloriosa vicenda è tutta-via ignota, vi troveranno tutti certamente sorgente e motivo di rinnovate commozioni nel tumulto di sentimenti che il tempo non ha ancora e non potrà mai sopire. Su due di tali documenti, come un grande tempio votivo sulle granitiche colonne del suo pronao, si regge tutta la costruzione: il discorso pronunciato da Matteotti alla Camera dei Deputati il 30 maggio 1924 e le note di Mauro Del Giudice, il magistrato integerrimo che istruì secondo giustizia il processo contro gli assassini di Matteotti pagando col sacrificio della sua carriera l'offesa così arrecata al dittatore. Il discorso di Matteotti, che gareggia in vigoria e passione con le più celebri arringhe che la oratoria politica abbia mai ispirato nel corso ·della storia a liberi cittadini, ha già avuto in passato nel nostro paese grandi.~sima diffusione. Pronunciato in cospetto e a sfida del dittatore e sotto la minaccia vi.rulenta della voci/ erante masnada dei suoi accoliti esso, risuonando allora nell'Aula parlamentare, la riscattò dal sordo 15 BibliotecaGino Bianco
grigiore cui beffardamente era stata consacrata dal colpo di Stato dell'ottobre 1922. Le note e i ricordi di Mauro Del Giudice, da questi altrimenti designate come « cronistoria del processo Matteotti >> sono invece ignote ai più. Apparse infatti una prima volta nel 1954, già a cura dell'Editore Lo Monaco, esse non giunsero però allora fino al largo pubblico al quale tuttavia il nobilissimo magistrato aveva pensato come al destinatario necessario della sua ardente denuncia. Ripubblicandole l'Editore assolve ora un compito meritevole di civica in/ ormazione, poichè le pagine di Mauro Del Giudice costituiscono un momento decisivo di quella informazione responsabile sul grande dramma nazionale del quale Matteotti fu il maggiore olocausto senza la quale il giudizio di popolo rimarrebbe incompleto. Mauro Del Giudice scopre infatti dinanzi a noi - e ne restiamo sbigottiti - un abisso inatteso di sordida viltà e di corruzione morale là dove ci si era sempre sforzati di credere che esistessero e operassero soltanto le più severe virtù civili. Noi apprendiamo ora, e dal più attendibile testimonio, come il fascismo, pestilenza dello spirito prima ancora che rovina di libere istituzioni, fosse purtroppo riuscito in breve ora a penetrare col suo potere ammorbante financo nei sacri penetrali della giustizia. Così, dopo la grande luce lampeggiante dalle parole di Matteotti_. ci riempie il cuore - curvo il capo su queste pagine - il gelo tenebroso che promana dalle sussurrate istigazioni all'infamia, là, nei drappeggiati gabinetti delle Procure Regie asservite al tiranno. Ma poi ecco che si apre solenne il grande ciclo celebrativo. E come un arco di gloria, lanciato al di sopra del ventennio di sangue e di disonore, dal discorso di Filippo Turati nel giugno 1924 a quello di Vittorio Emanuele Orlando del giugno 1945, si alza dal profondo della nazione l'inno di pietà, di amore e di esaltazione per l'eroe ucciso. Allora il cuore ci si riempie di orgoglio per questa nostra umanità che. sa generare, per i propri destini ascendenti, figli tanto generosi di sè 'al servizio del bene comune, in salvezza della civiltà. ~ 16 BibliotecaGino Bianco
l]n ritratto di Giacomo Matteotti negli anni in cui frequentava l'Università. Biblioteca Gino Bianco
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' I Il volume e La Recidiva » - Saggio di revisione critica con dati statistici, pubblicato nel 1910 presso gli editori Bocca di Torino, che contiene argomenti e dati della tesi di laurea, rifusi e arricchiti per la pubblicazione del volume. BibliotecaG·inoBianco
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Cenni biografici Biblioteca Gino Bianco
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GIACOMO MATTEOTTI nacque a Fratta Polesine il 22 maggio 1885. Compì gli studi giuridici a Bologna, laureandosi nel 1907 con una tesi su I principi generali de la recidiva stampata in volume nel 191O. Il suo esordio nella vita politica è di questi anni. Viene eletto Sindaco di Villamarzana, ·poi in altre Amministrazioni comunali del Polesine, quindi nel Consiglio dell'Amministrazione Provinciale di Rovigo. Di fronte alla guerra il suo atteggiamento è di rigidissima opposizione : tale atteggiamento esprime in un articolo nella Critica sociale del 1915, in polemica con Turati, e in un discorso pronunciato al Consiglio Provinciale di Rovigo. Denunciato per disfattismo, subisce una condanna cancellata in seguito dalla 27 Biblioteca Gino Bianco
Corte di Cassazione. Chiamato alle armi e arruolato come soldato semplice, deve subire per tre anni persecuzioni, angherie e infine l'internamento. Terminata la guerra, viene eletto deputato per il Polesine. È anche chiamato a far parte del Comitato Direttivo della Lega dei Comuni Socialisti. La sua concezione umanitaristica del socialismo attuantesi per gradi e il suo temperamento attivistico ne determinano la profonda avversione alla << barbarie )) fascista. Difese il suo Polesine socialista in discorsi e in scritti, prodigandosi instancabilmente a soccorrere le organizzazioni e i compagni più colpiti, e sfidando temerariamente le minacce e gli assalti dei fascisti. La sua opera come Segretario del Partito Socialista Unitario Italiano fu improntata a questa fondamentale necessità della lotta contro il fascismo, che egli pose sempre in primo piano. Di qui le rampogne al riformismo nullista e al conformismo di molti dei suoi compagni. Alla fine del 1923 Matteotti pubblica Un anno di dominazione fascista, documentata denuncia dell'azione del fascismo al potere. Qualche mese più tardi inizia la pubblicazione di una serie di articoli sul fascismo del 1919-1920, criticandone aspramente la bassa demagogia. Dopo le elezioni dell'aprile 1924, svoltesi in una atmosfera di terrore e di intimidazioni, Matteotti pronuncia alla Camera il famoso discorso, l'ultimo, del 30 maggio 1924, chiedendo l'annullamento delle elezioni, e sviluppa, nell'appello del 10 giugno, la propria polemica antifascista, sostenendo la necessità della lotta aperta contro il fascismo. Mussolini, nella impossibilità di confutare i dati e la verità del suo accusatore, preferì indicare Matteotti ai suoi sicari come l'avversario che bisognava eliminare. Infatti nel pomeriggio dello stesso IO giugno 1924, mentre Giacomo Mat28 Biblioteca Gino Bianco
teotti usciva di casa per recarsi a Montecitorio, venne aggredito da un gruppo di fascisti armati che lo caricarono su un automobile e dopo averlo assassinato andarono a seppellirne il cadavere nel bosco della Quartarella. L'automoblle « Lancia» con la quale fu rapito, il 10 giugno 1924, G. Matteotti 29 Biblioteca Gino Bianco
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FILIPPO TURATI L'Eroe Biblioteca Gino Bianco
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Filippo Turati: Il Maestro che esaltò il discepolo Biblioteca Gino Bianco
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« Uccidete me; ma l'idea che è in me non la ucciderete mai. .. :.. Biblioteca Gino Bianco
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E' una pagina di poesia, epica e lirica al tempo stesso in cui l'immagine del Nostro è rievocata con scultorea potenza e delicata profondità di patho!. Una pagina che dovrebbe essere letta in tutte le scuole d'Italia senza altro commento che la nuda narrazione degli eventi che la dettarono. Togliendola dall'oblio, crediamo di rendere omaggio all'Uomo che la scrisse e all'Eroe che l'ispirò. ( da « La Giustizia » 15-6-1952). AVEVA uno sguardo in cui balenavano insieme, a vicenda, la bontà del fanciullo, la tenerezza del mistico, la volontà ferma, accigliata, dell'uomo che non piega, che esige da tutti il dovere e prima da se stesso, ma si apre poi all'indulgenza di chi molto perdona perchè molto comprende e sa l'inanità del rigore contro le umane fralezze. Non aveva tempo da perdere, quasi presagisse di non averne molto ancora disponibile; la sua severità era figlia soprattutto di questa sua gelosia del tempo che fugge irrevocabile, del tempo che non è denaro ma vita, e chi ve lo ruba non è ladro, ma è lettera}• mente assassino. Detestava le chiacchiere. Ignorava ogni posa. Coi suoi bambini era madre; colla sua donna, spesso dolcemente imbronciata pel suo 37 Biblioteca Gino Bianco
troppo occuparsi di politica, pel suo totale assorbirsi e calarsi nella politica, aveva la sommessione sorridente di un figlio che riconosre la giustezza del rimbrotto, pur sentendo che dovrà meritarlo ancora, meritarlo sempre. Si occupava di tutto, spronava tutti e, poichè pochi sentivano il pungolo, finiva per rassegnarsi lui a far tutto, ad essere tutto: lo studioso, lo scrittore, il pensatore, il compulsatore instancabile di tabelle di numeri senza fine, lo estensore di Relazioni che già fanno te sto, il preparatore di libri di maggior lena, il filosofo, il polemista, l'oratore, l'organizzatore, il propagandista, il Segretario, il burocratico, il fattorino. Era lui il Gruppo; era lui per gran parte, il Partito. Appena adulto e sembrava un ragazzo; per la agilità, per la semplicità, per la modestia, a volte, per la monelleria. Felice di « averla fatta )) all'avversario, come quando si rideva del negatogli passaporto - gliel'hanno dato quando doveva essere per l'altro mondo - e varcava il confine, su pei monti, di contrabbando; come quando da Asolo, ai recenti funerali di Eleonora Duse, dovendo ridiscendere a Castelfranco per raggiungere il treno, e mancandogli il mezzo di trasporto si faceva ospitare da un camion di milizia fascista, dandosi per attore di teatro, diretto a Milano. Eppure il ratto di cui fu vittima, non era il primo. Nel suo Polesine, quando stava là come un soldato in vedetta in terra occupata dal nemico, sicarii mascherati l'avevano « prelevato » un'altra volta, sottoposto ad ogni oscenità di oltraggi, condotto via not1etempo e poi abbandonato solo, percosso, lontano, nell'aperta, ignota. bConsolata campagna. Altri, da queste beffe sciagurate ed orribili, imparavano la prudenza, se non la vita. Vi sono dei fortissimi che, dallo schoc di simiglianti avventure, ebbero frantumata la forza nervosa, indebolito il carattere, trasformata la psicologia. Egli ne usciva temprato, come il ferro rovente dall'acqua gelida. E sentiva il biso38 Biblioteca Gino Bianco
' I gno invincibile di ricominciare. Consigliargli la prudenza era vano; il consiglio si spuntava contro il suo bonario sorriso; il sorriso fatalista e un po' scettico di chi sente che la vita non vale se non per essere immolata; di chi sente che l'uomo intelligente, giovine, agiato, fortunato deve farsi perdonare dai sofferenti e dagli umili la sua propria fortuna con l'offrire ad essi ogni . giorno il sacrificio. Ah! gli eroi dal gesto imperioso, dal pugno sull'elsa, dallo sguardo napoleonico, gli eroi dei monumenti e dei quadri, qual misera cosa ci appaiono in confronto di questo credente senza fede, di questa audacia tenace celata nell'intimo, di questo ateo mistico, di questa accortezza prof onda fatta di ·candore. Oh! quante volte, mio dolcissimo amico, mio prediletto figliuolo, quante volte, accompagnandomi nel solitario Lungo-Tevere che ti guidava, sempre troppo tardi, alla casa felice dove ti attendevano festanti i bambini e ansiosa la consorte, quante volte ti rimproverai che dimorassi così lontano, fuori dalla frequenza dei centri più folti, e non recassi almeno un'arma con te! E quanto fu il mio rimorso mordente, allorchè, alle prime vaghe notizie della sua sparizione, mentre infilavo menzogne su menzogne a quella povera donna, in procinto di perdere il senno o la vita sotto l'urto violento dell'irreparabile, quanto e che crucciante rimorso sentivo di non aver osato, io, l'anziano, di impormi a lui, che forse mi avrebbe obbedito, di non averlo strappat.o da quel deserto, dove tutto poteva avvenire! Ma no, non era possibile; per immensa che sia divenuta la perfidia e la ferocia dell'uomo, l'atrocità della belva, non era possibile che tanto fervore, tanta vita, tanta e così prode giovinezza, sotto il fulgido sole di Roma, di fronte a Monte Mario aulente e memore, venissero colte da un agguato, recise, stroncate ... 39 Biblioteca Gino Bianco
Eppure, prevedere bisognava; e insistere; ed ostinarsi. Egli era, l'ho detto altrove, il più forte, il più armato, il più irreduttibile; doveva essere la vittima. I briganti hanno scelto bene, hanno colpito giusto; nel suo e nel nostro cuore, con la pugnalata medesima. E doveva essere la vittima anche per questo: che nessun sacrificio poteva riuscire insieme più nefasto e più utile, forse (mi trema la penna nello scrivere) più necessario. Il precipizio dell'iniquità doveva cominciare di qui: e più nulla potrà arrestarlo. Egli lo sentì, egli lo disse, nel rantolo delle ultime parole, strozzate, sgozzate. In nome di tutti i compagni sinceri ed affranti, di tutti gli oppressi, di tutte le vittime che furono, sono e saranno, in nome del socialismo che tu avevi intero, che ti aveva intero; in nome degli stessi assassini, che il rimorso del tuo sangue avrà forse un giorno redenti, come il sangue di Cristo; in nome di quanti ti conobbero e di quanti ti disconobbero e non ti conoscono che ora, troppo tardi, dopo la morte; o mio amico dolcissimo, o mio figliuolo prediletto, io mi inginocchio idealmente accanto alla tua salma martirizzata, che non ritorna forse alla luce perchè i brividi dell 'or.rendo mistero facciano allibire ogni giorno, ogni notte, tutti i perfidi, tutti i fiacchi, tutti i complici, che sono legione; e ti accarezzo la fronte che elaborava tanto pensiero, e, singhiozzando, invoco il tuo perdono se non fummo degni; e grido che il tuo olocausto ci ha tutti riabilitati. E ti ringrazio, nostro maestro ed eroe! 40 Biblioteca Gino Bianco
Le elezioni politiche del 6 aprile 1924 Biblioteca Gino Bianco
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• I IL 6 aprile 1924 si erano svolte in tutta Italia le elezioni politiche. I risultati ufficiali avevano dato circa 4 milioni di voti alla così detta « lista nazionale » fascista e alle list~ fiancheggiatrici e circa 2 milioni e mezzo di voti alle opposizioni (socialisti italiani, socialisti unitari, comunisti, popolari e democratici costituzionali), ma avevano consentito ai fascisti di impadronirsi dei d~e terzi dei seggi parlamentari, e cioè di 356 seggi su un totale di 535 seggi. Ciò era stato reso possibile dalla legge capestro preparata dallo allora Ministro della Giustizia Acerbo, e approvata dalla Camera con i voti dei fascisti e dei popolari. La legge stabiliva un fortissimo premio di maggioranza alla lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa ( il 25 %) dei suffragi. 43 Biblioteca Gino Bianco
Le elezioni si svolsero in una atmosfera di intimidazioni e di terrore sen. za precedenti, che i fascisti trasferirono nella nuova Camera, tentando, con le provocazioni e i tumulti organizzati, di rendere impossibile ogni azione ai deputati dell'opposizione. Sulla invalidazione dei risultati si svolse una drammatica battaglia parlamentare che, iniziata dall'onorevole Enrico Presutti sul terreno giurid&- co, venne proseguita da Matteotti con il famoso discorso del 30 maggio 1924, undici giorni prima del suo assassinio. 44 BibliotecaGino Bianco
• I L'ultimo discorso del martire Biblioteca Gino Bianco
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Contestiamo dei voti in tronco la validità della maggioranza MATTEOTTI: Noi abbiamo _avuto da parte della Giunta de1le elezioni la proposta di convalida di numerosi colleghi. Nessuno certamente, degli appartenenti a questa Assemblea, all'infuori credo dei componenti la Giun• ta delle elezioni, saprebbe ridire l'elenco dei nomi letti per la convalida, nessuno, nè della Camera, nè delle tribune della Stampa. (Vive interruzio. ni alla destra e al centro). LUPI: E' passato il tempo in cui si parlava per le tribune! MATTEOTTI: Certo la pubblicità è per voi una istituzione dello stupidissimo secolo XIX. (V ivi rumori, interruzioni alla destra e al centro). 47 Biblioteca Gino Bianco
Comunque, dicevo, in questo momento non esiste da parte dell' Assemblea una conoscenza esatta dell'oggetto sul quale si delibera. Soltanto per quei pochissimi nomi che abbiamo potuto afferrare alla lettura, possiamo immaginare che essi rappresentino una parte della maggioranza. Or contro la loro convalida noi presentiamo questa pura e semplice eccezione; cioè, che la lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenu• to una votazione di quattro milioni e tanti voti... (Interruzioni). VOCI AL CENTRO: Ed anche più! MATTEOTTI: ... cotesta lista non li ha ottenuti, di fatto e liberamente, ed è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che è necessario (rumori e proteste) per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti! Potrebbe darsi che i nomi letti dal Presidente siano di quei capitalisti che resterebbero eletti anche se, invece del premio di maggioranza, si applicasse la proporzionale pura in ogni circoscrizione. Ma poichè nessuno ha udito i nomi, e non è stata premessa nessuna affermazione generica di tale specie, probabilmente tali tutti non sono, e quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza. (Rumori vivissimi). Vorrei pregare almeno i colleghi sulla elezione dei quali oggi si giudica, di astenersi per lo meno dai rumori, se non dal voto. (Vivi commenti, proteste e interruzioni alla destra e al centro). MARAVIGLIA:In contestazione non c'è nessuno, diversamente si asterrebbe! MATTEOTTI: Noi contestiamo ... MARAVIGLIA:Allora contestate voi! MATTEOTTI: Certo sarebbe maraviglia se contestasse lei! 48 BibliotecaGino Bianco
L'elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. In primo luogo abbiamo la dichiarazione fatta esplicitamente dal Governo, ripetuta da tutti gli organi della stampa ufficiale, ripetuta dagli ora~ tori fascisti in tutti i comizii, che le elezioni non avevano che un valore assai relativo, in quanto che il Governo non si sentiva soggetto al responso elettorale, ma che in ogni caso - come ha dichiarato replicatamente - avrebbe mantenuto il potere con la forza, anche se ... (Vivaci interruzioni a destra e al centro, movimenti dell'onorevole Presidente del Consiglio). Voci A DESTRA: Si, si! Noi abbiamo fatto la guerra! (Applausi alla destra e al centro). Nessun ·elettore italiano si è trovato libero MATTEOTTI : Codesti vostri applausi sono la conferma precisa della fondatezza del mio ragionamento. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà.. . ( Rumori, proteste e interruzioni a destra). Nessun elettore si è trovato libero di fronte a questo quesito ... MARA.VIGLIA: Hanno votato otto milioni di italiani! MATTEOTTI : • • • se cioè egli approvava o non approvava la politica o per meglio dire il regime del Governo fascista. Nessuno si è trovato libero, perchè ciascun cittadino sapeva a priori che se anche avesse osato affermare a maggioranza il contrario, c'era una forza a disposizione del Governo che avrebbe annullato il suo voto e il suo responso. (Rumori e interruzioni a destra). 49 Biblioteca Gino Bianco
UNAvocE A DESTRA: E i due milioni di voti che hanno preso le minoranze? FARINACCI: Potevate fare la rivoluzione! MARAVIGLIA:Sarebbero stati due milioni di eroi! MATTEOTTI: A rinforzare tale proposito del Governo, esiste una milizia armata ... (Applausi vivissimi e prolungati a destra e grida di « Viva la Milizia >>). VOCIA DESTRA:Vi scotta la milizia! MATTEOTTI: ... esiste una milizia armata... (Interruzioni a destra, rumori prolungati). VOCI: Basta! Basta! PRESIDENTE: Onorevole Matteotti~ si attenga all'argomento. MATTEOTTI: Onorevole Presidente, forse ella non m'intende: ma io parlo di elezioni. Esiste una milizia armata ... (Interruzioni a destra) la quale ha questo fondamentale e dichiarato scopo : cli sostenere un determinato Capo del Governo bene indicato e nominato nel Capo del fascismo e non, a differenza dell'Esercito, il Capo dello Stato. (Interruzioni e rumori a destra). Voc1 A DESTRA: E le guardie rosse? MATTEOTTI: Vi è una milizia armata composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse (Commenti). In aggiunta e in particolare... (interruzioni), mentre per la legge elettorale la 50 Biblioteca Gino Bianco
milizia avrebbe dovuto astenersi, essendo in funzione o quando era in funzione, e mentre di fatto in tutta l'Italia specialmente rurale abbiamo constatato in quei giorni la presenza di militi nazionali in gran numero ... (Interruzioni, rumori). FARINACCI: Erano i balilla! MATTEOTTI: E' vero, onorevole Farinacci, in molti luoghi hanno votato anche i balilla! (Approvazioni all'estrema sinistra, rumori a destra e al centro). VocE AL CENTRO:Hanno votato i disertori per voi! GoNZALES: Spirito denaturato e rettificato! MATTEOTTI:Dicevo dunque che mentre abbiamo visti numerosi di questi militi in ogni città, e più ancora nelle campagne ( interruzioni) gli elenchi degli obbligati alla astensione depositati presso i Comuni, erano ridicolmente ridotti a tre o quattro persone per ogni città, per dare l'illusione dell'osservanza di una legge apertamente violata, conforme lo stesso pensiero espresso dal Presidente del Consiglio che affidava ai militi fascisti la custodia delle cabine. (Rumori). A parte questo argomento del proposito del Governo di reggersi anche con la forza contro il consenso, e del fatto di una milizia a disposizione di un Partito che impedisce all'inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare ed elettorale e che invalida in blocco l'ultima elezione in Italia, c'è poi una serie di fatti che successivamente ha viziate e annullate tutte le singole manifestazioni elettorali. (Interruzioni, commenti). VOCIA DESTRA:Perchè avete paura! Perchè scappate! 51 Biblioteca Gino Bianco
MATTEOTT:I Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle. (Vivi rumori, interruzioni, approvazioni all' estre11iasinistra). E chiedo scusa al Messico se non è vero. ( Rumori prolungati). I fatti cui accenno si possono riassumere secondo i diversi momenti delle elezioni. La legge elettorale chiede.. . ( interruzioni, rumori). Dicevo che il primo momento elettorale è quello per il quale ogni Par1ito presenta con 300 o 500 ... (interruzioni, ru1nori). GRECO: E' ora di finirla! Voi svalorizzate il Parlamento! MATTEOTTI: E allora sciogliete il Parlamento! GRECO: Voi non rispettale la maggioranza e non avete diritto di essere rispettati. MATTEOTTI: Ciascun Partito doveva, secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati... (Vivi rumori). MARA.VIGLIA: Ma parli sulla proposta dell'onorevole Presutti! MATTEOTT:I Richiami dunque lei all'ordine il Presidente! In sei circoscrizioni le formalità notarili furono impedite con la violenza ... La presentazione delle liste - dicevo - deve avvenire in ogni circoscrizione mediante un documento notarile a cui vanno apposte dalle trecento alle cinquecento firme. Ebbene, onorevoli colleghi, in sei circoscri52 Biblioteca Gino Bianco
' I zioni su quindici le operazioni notarili che si compiono privatamente nello studio di un notaro, fuori della vista pubblica e di quello che voi chiamate « provocazioni )), sono state impedite con violenza. (Rumori vivissimi). BASTIANINI: Questo lo dice lei! Voci DALLADESTRA:Non è vero! Non è vero! MATTEOTTI:Volete i singoli fatti? Eccoli: ad Iglesias il collega Corsi stava raccogliendo le trecento firme e la sua casa è stata circondata ... (Rumori). MARAVIGLIA:Non è vero. Lo inventa lei in questo momento. FARINACC:I Va a fin ire che faremo sul serio quello che non abbiamo fatto! MATTEOTT:I Fareste il vostro mestiere! Lussu: È la verità! È la verità! MATTEOTTI: A Melfi ... (rumori vivissimi, interruzioni). A Melfi è stata impedita la raccolta delle firme con la violenza. (Rumori). In Puglia fu bastonato perfino un notaio. ( Rumori vivissimi). ALoI-MAI: Ma questo nei ricorsi non c'è! In nessuno dei ricorsi! Ho visto io gli atti dell~ Puglie e in nessuno dei ricorsi è accennato il fatto di cui parla l'onorevole Matteotti. FARINACCI: Vi faremo cambiare sistema! E dire che sono quelli che vogliono la normalizzazione! MATTEOTT:I A Genova ( rumori vivissimi) i fogli con le firme già raccolte furono portati via dal tavolo su cui erano stati firmati! 53 Biblioteca Gino Bianco
Voci: Perchè erano falsi! MATTEOTTI:Se erano falsi dovevate denunciarli ai magistrati! FARINACCI: Perchè non avete fatto i reclami alla Giunta delle elezioni? MATTEOTT:I Ci sono. UNA VOCEDALBANCODELLECOMMISSIONI: No, non ci sono: li inventa lei. PRESIDENTE: La Giunta delle elezioni dovrebbe dare esempio di compostezza! I componenti della Giunta delle elezioni parleranno dopo. Onorevole Matteotti, continui. MATTEOTTI:lo espongo fatti che non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi. Non c'è offesa, non c'è ingiuria per nessuno in ciò che dico: c'è una descrizione di fatti. TERUZZI: Che non esistono! MATTEOTT:I Da parte degli onorevoli componenti della Giunta delle elezioni si protesta che alcuni di questi fatti non sono dedotti o documentati presso la Giunta delle elezioni. Ma voi sapete benissimo come una situazione e un regime di violenza non solo determinano i fatti stessi, ma impediscono spesse volte la denuncia e il reclamo forma le. Voi sapete che persone, le quali hanno dato il loro nome per attestare sopra un giornale o in un documento che un fatto era avvenuto, sono state immediatamente percosse e messe quindi nella impossibilità di confermare il fatto stesso. Già nelle elezioni del 1921, quando ottenni da questa Camera l'annullamento per violenze di una prima elezione fascista, molti di coloro che attestarono i fatti davanti alla Giunta delle elezioni, fu• 54 Biblioteca Gino Bianco
• I rono chiamati alla sede fascista, furono loro mostrate le copie degli atti esistenti presso la Giunta delle elezioni illecitamente comunicate, facendo ad essi un vero e proprio processo privato perchè avevano attestato il vero o firmato i documenti! In seguito al processo fascista essi furono boicottati dal lavoro o percossi. ( Rumori, interruzioni). VocE A DESTRA:Lo provi. MATTEOTT:I La stessa Giunta delle elezioni ricevette allora le prove del fatto. Ed è per questo, onorevoli colleghi, che noi spesso siamo costretti a portare in questa Camera l'eco di quelle proteste che altrimenti nel paese non possono avere alcuna altra voce ed espressione. (Applausi all'estrema sinistra). In sei circoscrizioni, abbiamo detto, le formalità notarili furono impedite colla violenza, e per arrivare in tempo si dovette supplire malamente e, come si potè, con nuove firme in altre Provincie. A Reggio Calabria, per esempio, abbiamo dovuto provvedere con nuove firme, per supplire quelle che in Basilicata erano state impedite. UNA VOCEDALBANCODELLAGIUNTA: Dove furono impedite? MATTEOTTI-: A Melfi, a Iglesias, in Puglia ... devo ripetere? (Interru .. zioni, rumori). 55 Biblioteca Gino Bianco
Ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre il proprio pensiero ... Presuppo to essenziale di ogni elezione è che i candidati, cioè coloro che domandano al suffragio elettorale il voto, possano esporre in conlraddittorio con il programma del governo, in pubblici comizi o anche in privati locali, le loro opinioni. In Italia nella massima parte dei luoghi, anzi quasi da per tutto, questo non fu possibile. UNA VOCE: Non è vero! Parli l'on. Mazzoni. (Rumori). MATTEOTTI: Su ottomila Comuni italiani e su mille candidati delle minoranze la possibilità è stata ridotta a un piccolissimo numero di casi, soltanto là ove il partito dominante ha consentito per alcune ragioni particolari o di luogo o di persona. (Interruzioni, rumori). Volete i fatti? La Camera ricorderà l'incidente occorso al collega Gonzales. TERUZZI: Noi ci ricordiamo del 1919, quando buttavate gli ufficiali nel Naviglio. lo, per un anno, sono andato a casa con la pena di morte sulla testa! MATTEOTTI: Onorevoli colleghi: se voi volete contrapporci altre elezioni, ebbene io domando la testimonianza di un uomo che siede al banco del Governo, se nessuno possa dichiarare che ci sia stato un solo avversario che non abbia potuto parlare in contraddittorio con me nel 1919. Voci: Non è vero! Non è vero! 56 Biblioteca Gino Bianco .-
' I FINZI, SOTTOSEGRETARIDOI STATO PER L'INTERNO: Michele Bianchi! Proprio lei ha impedito di parlare a Michele Bianchi! MATTEOTTI: Lei dice il falso! (Interruzioni, rumori). Il fatto è semplicemente questo: ehe l'on. Michele Bianchi con altri teneva un comizio a Badia Polesine. Alla fine del comizio che essi tennero, sono arrivato io e ho domandato la parola in contraddittorio. Essi rifiutarono e se ne an-• darono e io rimasi a parlare. (Rumori, interruzioni). FINZI, SOTTOSEGRETARIDOI STATOPER L'INTERNO: Non è così! MATTEOTT:I Porterò i giornali vostri che lo attestano. FINZI, SOTTOSEGRETARIDOI STATOPER L'INTERNO: Lo domandi all'onorevole Merlin che è il più vicino a lei! L'on. Merlin cristianamente de- ' porra. MATTEOTTI: L'on. Merlin ha avuto numerosi contraddittori con me, e nessuno fu impedito o stroncato. Ma lasciamo stare il passato. Non dovevate voi essere i rinnovatori del costume italiano, non dovevate voi essere coloro che avrebbero portato un nuovo costume morale nelle elezioni? (Rumori). E, signori che mi interrompete, anche qui nell'Assemblea? (Rumori a destra). TERUZZI: È ora di finirla con queste falsità. MATTEOTTI: L'inizio della campagna elettorale del 1924 avvenne dunque a Genova con una conferenza privata e per inviti da parte dell'on. Gonzales. Orbene prima ancora che si iniziasse la conferenza, i fascisti invasero la sala e a furia di bastonate impedirono all'oratore di aprire nemmeno la bocca. ( Rumori, interruzioni, apostrofi). 57 Biblioteca Gino Bianco
UNA vocE: Non è vero, non fu impedito niente. (Rumori). MATTEOTTI:Allora rettifico! Se, l' on. Gonzales dovette passare otto giorni a letto, vuol dire che si è ferito da solo, non fu bastonato. (Rumori, interruzioni). L'onorevole Gonzales che è uno studioso di San Francesco, ~j è forse autoflagellato! (Si ride, interruzioni). A Napoli doveva parlare... (Rumori vivissimi, scambio di apostrofi fra alcuni deputati che siedono all'estrema sinistra). PRESIDENTE: Onorevoli colleghi, io deploro quello che accade. Prendano posto e non turbino la discussione! Onorevole Matteotti prosegua, sia breve e concluda. MATTEOTT:I L'Assemblea deve te.nere conto che io debbo parlare per improvvisazione, e che mi limito ... Voci: Si vede che improvvisa! E dice che porta dei fatti! GoNZALES: I fatti non sono improvvisati! (Rumori). MATTEOTTI:Mi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di alcuni fatti. Ma se per tale forma di esposizione domando il compatimento della Assemblea... ( rumori) non comprendo come i fatti senza aggettivi e senza ingiurie possano sollevare urla e rumori. Dicevo dunque che ai candidati non fu lasciata nessuna libertà di esporre liberamente il loro pensiero in contraddittorio con quello del Governo fascista e accennavo al fatto dell'on. Gonzales, accennavo al fatto dell'on. Bentini a Napoli, alla conferenza che doveva tenere il capo dell'oppos1z1one costituzionale, l' on. Amendola, e che fu impedita ... ( Oh! oh! rumori). 58 Biblioteca Gino Bianco
' ' Voci A DESTRA:Ma che costituzionale! Sovversivo come voi! Siete d' accordo tutti! MATTEOTTI: Vuol dire dunque che il termine sovversivo ha molta elasticità! GRECO: Chiedo di parlare sulle affermazioni dell'onorevole Matteotti. MATTEOTT:I L' on. Amen dola fu impedito di tenere la sua conferenza per la mobilitazione, documentata, da parte di comandanti di Corpi armati i quali intervennero nella città. . . (I). PRESUTTI: Dica bande armate, non Corpi armati! MATTEOTTI: Bande armate, le quali impedirono la pubblica e libera conferenza. (Rumori). Del resto, ·noi ci siamo trovati in queste condizioni: su 100 dei nostri candidati circa 60 non potevano circolare liberamente nella loro circoscrizione! Voci DI DESTRA:·Per paura! Per paura! (Rumori, commenti). FARINACCI:Vi abbiamo invitati telegraficamente! MATTEOTTI: Non credevamo che le elezioni dovessero svolgersi proprio come un saggio di resistenza inerme alle violenze fisiche dell'avversario, che è al Governo e dispone di tutte le forze armate! (Rumori). (I) Il 20 marzo 1924 Giovanni Amendola, leader dell'opposizione «costituzionale», doveva tenere a Napoli il suo discorso programmatico. Il Segretario delle Corporazioni di Terra di Lavoro, ordinava per tale data una grande concentrazione di forze fasciste su Napoli, in appoggio al contraddittorio che il generale squadrista Paolo Greco chiedeva ad Amendola. La provocazione era latente e il proprietario del teatro nel quale Amendola avrebbe dovuto parlare ritirò all'ultimo momento il permesso già concesso, sicchè la manifestazione dovette aver luogo in forma semiclandestina, mentre la città era invasa dalle bande fasciste. 59 Biblioteca Gino Bianco
Che non fosse paura poi lo dimostra il fatto che, per un contraddittorio, noi chiedemmo che ad esso solo gli avversari fossero presenti e nessu - no dei nostri: perchè, altrimenti voi sapete come è vostro costume dire che « qualcuno di noi ha provocato >> e come « in seguito a provocazioni )) i fa scisti « dovettero )> legittimamente ritorcere la offesa picchiando su tutta la linea! (Interruzioni). VocI DI DESTRA: L'avete studiata bene! PEDRAZZI: Come siete pratici di queste cose voi! PRESIDENTE: Onorevole Pedrazzi! Ed erano nell'impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni, e molti di essi di risiedere nelle loro stesse abitazioni MATTEOTTI: Comunque, ripeto, i candidati erano nella impossibilità di circolare nelle loro circoscrizioni! VocE A DESTRA: Avevano paura! TURATI FILIPPO: Paura! Sì, paura! come nella Sila, quando c'erano i briganti, avevamo paura! (Vivi rumori a destra, approvazioni a sinistra). UNA VOCE: Lei ha tenuto il contraddittorio con me ed è stato rispettato! . TURATI FILIPPO: Ho avuto la vostra protezione a mia vergogna! (Applausi a sinistra, rumori a destra). 60 Biblioteca Gino Bianco
• I PRESIDENTE: Concluda, onorevole Matteotti. Non provochi incidenti! MATTEOTTI: lo protesto! Se ella crede che non gli altri mi impediscano di parlare, ma che sia io a provocare incidenti, mi seggo e non parlo! (Approvazioni all'estrema sinistra, rumori prolungati). P~ESIDENTE: Ha finito? Allora ha facoltà di parlare l'on. Rossi ... MATTEOTT:I Ma che maniera è questa! Lei deve tutelare il mio diritto di parlare! lo non ho offeso nessuno! Riferisco soltanto dei fatti! Ho diritto di essere rispettato! (Rumori prolungati, conversazioni). CASERTANO,PRESIDENTEDELLAGIUNTA DELLE ELEZIONI: Chiedo di parlare. PRESIDENTE•:Ha facoltà di parlare l'on. Presidente della Giunta delle elezioni. C'è una proposta di rinvio degli atti alla Giunta ... MATTEOTT:I Onorevole Presidente! PRESIDENTE: On. Matteotti, se ella vuol parlare, ha facoltà di continuare, ma prudentemente. MATTEOTT:I lo chiedo di parlare non prudentemente nè imprudentemente ma parlamentarmente. PRESIDENTE: Parli, parli. MATTEOTTI: I candidati non avevano libertà di circolazione... (Rumori, interruzioni). PRESIDENTE: Facciano silenzio! Lascino parlare! V oc1 : Lasciate parlare! 61 Biblioteca Gino Bianco
MATTEOTTI: Non solo non potevano circolare, ma molti di essi non potevano neppure risiedere nelle loro stesse abitazioni, nelle loro stesse città. Alcuno, che rimase al suo posto, ne- vide poco dopo le conseguenze. Molti non accettarono la candidatura, perchè sapevano che accettare la candidatura voleva dire non aver più lavoro l'indomani o dover abbandonare il proprio paese ed emigrare all'estero. ( Commenti). UNA VOCE: Erano disoccupati! MATTEOTTI: No, lavoravano tutti e solo non lavorano quando voi li boicottate. V oc1 DADESTRA: E quando li boicottate voi? FARINACCI: Lasciatelo parlare! Fate il loro giuoco! MATTEOTTI: Uno dei candidati, l'on. Piccinini, al quale mando a nome del mio Gruppo un saluto ... (Rumori). VOCI: E Berta? Berta! MATTEOTTI: ... conobbe cosa voleva dire obbedire alla consegna del proprio Partito. Fu assassinato nella sua casa, per avere accettata la candidatura nonostante prevedesse quale sarebbe stato per essere il destino suo all'indomani ( 1). (Rumori). Ma i candidati - voi avete ragione di urlarmi onorevoli colleghi - i candidati devono sopportare la sorte della battaglia e devono prendere tut- ( 1) Antonio Piccinini, tipografo, candidato del Partito Socialista Italiano a Reggio Emilia. Prelevato dalla sua casa e assassinato dai fascisti il 28 febbraio 1924. Sul nome di Antonio Piccinini si ebbe una votazione plebiscitaria e il caduto risultò eletto deputato. Alla Camera i fascisti ne invalidarono le elezioni. 62 Biblioteca Gino Bianco .-
' I to quello che è nella lotta che oggi imperversa. lo accenno soltanto, non per domandare nulla, ma perchè anche -questo è un fatto concorrente a dimostrare come si sono svolte le elezioni. (Approvazioni all'estrema sinistra). Il rappresentante della minoranza non potè presenziare le operazioni ... Un'altra delle garanzie più importanti per lo svolgimento di una libera elezione era quella della presenza e del controllo dei rappresentanti di ciascuna lista, in ciascun seggio. Voi sapete che nella massima parte dei casi, sia per disposizìone di legge, sia per interferenze di autorità, i seggi anche in seguito a tutti gli scioglimenti di Consigli comunali imposti dal Governo e dal Partito dominante - risultarono composti quasi totalmente di aderenti al Partito dominante. Quindi l'unica garanzia possibile, l'ultima garanzia esistente per le minoranze, era quella della presenza del rappresentante di lista al seggio. Orbene, essa venne a mancare. Infatti nel 90 per cento, e credo in qualche regione fino al 100 per cento dei casi, tutto il seggio era fascista e il rappresentante della li_sta di minoranza non potè presenziare le operazioni. Dove andò, meno in poche grandi città e in qualche rara Provincia, esso subì le violenze che erano minacciate a chiunque avesse osato di controllare dentro il seggio la maniera come si votava, la maniera come erano letti e constatati i risultati. Per constatare il fatto, non occorre nuovo reclamo o documento. Ba63 Biblioteca Gino Bianco
sta che la Giunta delle elezioni esamini i verbali di tutte le circoscrizioni e controlli i registri. Quasi dappertutto le operazioni si sono svolte fuori della presenza di alcun rappresentante di lista. Veniva così a mancare l'unico controllo, l'unica garanzia, sopra la quale si può dire se le elezioni si sono svolte nelle dovute forme e colla dovuta legalità. In quei luoghi dove fu concessa la libertà le minoranze prevalsero Noi possiamo riconoscere che in alcuni luoghi, in alcune poche città e in qualche Provincia, il giorno delle elezioni, vi è stata una certa libertà. Ma questa concessione limitata della libertà nello spazio e nel tempo - e r on. Farinacci, che è molto aperto, me lo potrebbe ammettere - fu data ad uno scopo evidente: dimostrare nei centri più controllati dall'opinione pubblica e in quei luoghi nei quali una più densa popolazione avrebbe reagito alla violenza con una evidente astensione controllabile da parte di tutti, che una certa libertà c'è stata. Ma, strana coincidenza, proprio in quei luoghi dove fu concessa a sco~ po dimostrativo quella relativa libertà, le minoranze raccolsero una tale abbondanza di suffragi, da superare la maggioranza - con questa conseguenza però, che la violenza che non si era avuta prima delle elezioni, si ebbe dopo le elezioni. E noi ricordiamo quello che è avvenuto specialmente nel Milanese e nel Genovesato ed in parecchi altri luoghi, dove le elezioni diedero risultati soddisfacenti in confronto della lista fasciata. Si ebbero distruzioni di 64 BibliotecaGino Bianc .-
• I giornali, devastazioni di locali, bastonature alle persone. Distruzioni che hanno portato milioni di danni. .. (Vivissimi rumori al centro e a destra). UNA VOCE A DESTRA: Ricordatevi delle devastazioni dei comunisti! MATTEOTTI: Onorevoli colleghi, ad un comunista potrebbe essere lecito, secondo voi, di distruggere la ricchezza nazionale, ma non ai nazionalisti, nè ai fascisti, come voi vi vantate. Si sono avuti, dicevo, danni per parecchi milioni, tanto che persino un alto personaggio che ha residenza in Roma, ha dovuto accorgersene, mandando la sua adeguata protesta e il soccorso economico. Le tre maniere di votazione e la ''regola del tre,, In che modo si votava? La votazione avvenne in tre maniere: l'Italia è una, ma ha ancora diversi costumi. Nella valle del Po, in Toscana e in altre regioni che furono citate allo ordine del giorno dal presidente del Consiglio per l'atto di fedeltà che diedero al Governo fascista, e nelle quali contadini erano stati prima organizzati dal Partito Socialista o dal Partito popolare, gli elettori votavano sotto controllo del Partito fascista, con la « regola del tre >>. Ciò fu dichiarato e apertamente insegnato, persino da un prefetto, dal prefetto di Bologna: i fascisti consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi ( interruzioni) variatamente alternati, in maniera che tutte le combinazioni, cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto. 65 Biblioteca Gino Bianco
In moltissime province, a cominciare dalla mia, dalla provincia di Rovigo, questo metodo risultò eccellente. FINZI, SOTTOSEGRETARIDOI STATOPER L'INTERNO: Evidentemente lei non c'era! questo metodo non fu usato! MATTEOTTI: Onorevole Finzi, sono lieto che, con la sua negazione, ella venga implicitamente a deplorare il 1netodo che è stato usato. FINZI, SOTTOSEGRETARIDOI STATOPER L'INTERNO: Lo provi! MATTEOTT:I In queste regioni tutli gli elettori ... CIARLANTINI:Lei ha un trattato; perchè non lo pubblica? MATTEOTTI: Lo pubhlicherò quando mi si assicurerà che le tipografie del Regno sono indipendenti e sicure (Vivissi1ni rumori al centro e a destra); perchè come tutti sanno, anche durante le elezioni, i nostri opuscoli furono sequestrati, i giornali invasi, le- tipografie devastate o diffidate di pubblicare le nostre cose. (Rumori). La regola del tre, cui prima accennavo, diede modo al Partito dominante, di controllare personahnente ciascun elettore, ed applicare il giorno seguente ai ribelli la sanzione col boicottaggio dal lavoro e con le percosse. (Ru1nori). Voci: No! No! MATTEOTTI: Nella massima parte dei casi però non vi fu bisogno delle sanzioni, perchè i poveri contadini sapevano inutile ogni resistenza e dovevano subire la legge del più forte, la legge del padrone, votando per tranquillità della famiglia, la terna assegnata a ciascuno dal dirigente locale del Sindacato fascista o del Fascio. (Vivi rumori, interruzwni). 66 Biblioteca Gino Bianco
• I Su ARDO:L'onorevole Matteotti non insulta me rappresentante: insulta il popolo italiano ed io per la mia dignità esco dall'aula. (Rumori, co1nmenti). La mia città in ginocchio ha inneggiato al duce Mussolini; sfido l' onorevole Matteotti a provare le sue affermazioni. Per la mia dignità di soldato, abba!ldono questa aula. (Applausi, rumori, commenti). TERUZZI: L'onorevole Suardo è medaglia d'oro! Si vergogni onorevole Matteotti. ( Rnmori all'estrema sinistra). PRESIDENTE: Facciano silenzio! Onorevole Matteotti, concluda! MATTEOTTI: Io posso documentare e far nomi. In altri luoghi invece furono incettati i certificati elettorali, metodo che in realtà era sta1o usato in qualche piccola circoscrizione anche nell'Italia prefascista ma che dall'Italia fascista ha avuto l'onore di essere allargalo a larghissime zone del Meridionale;. incetta di certificati, per la quale, essendosi determinata una larga astensione degli elettori che non si ritenevano liberi di esprimere il loro pensiero, i certificati furono raccolti e affidati a gruppi di individui, i quali si recavano. alle sezioni elettorali per votare con diverso nome, fino al punto che certuni votarono dieci o venti volte e che giovani di 20 anni si presentarono ai seggi e votarono a nome di qualcuno che aveva compiuto i 60 anni. ( Commenti). Si trovarono solo in qualche seggio pochi, ma autorevoli magistrati che, avendo rilevato il fatto, riuscirono ad impedirlo. TonRE EDOARDO:Basta, la finisca! (Rumori, commenti). Che cosa stiamo a fare qui? Dobbiamo tollerare che ci insulti? ( Rumori, alcuni deputati scendono nell'emiciclo). 67 Biblioteca Gino Bianco·
PRESIDENTE: Onorevoli deputati, li invito alla calma, sgombrino lo emiciclo! TORREEDOARDO:Per voi ci vuole il domicilio coatto e non il Parlamento! ( Comnienti, rumori). V oc1 : Vada in Russia! PRESIDENTE: Facciano silenzio! E lei, onorevole Matteotti, concluda! MATTEOTT:I Coloro che ebbero la ventura di votare e di raggiungere le cabine, ebbero dentro le cabine, in moltissimi Comuni specialmente della campagna, la visita di coloro che erano incaricati di controllare i voti. Se la Giunta delle elezioni volesse aprire i plichi e verificare i cumuli di schede che sono state votate, potrebbe trovare che molti voti di preferenza sono stati scritti sulle schede tutti dalla stessa 1nano, così come altri voti di lista furono cancellati o addirittura letti al contrario. Non voglio dilungarmi a descrivere i molti altri sistemi impiegati per irnpedire la libera espressione della volontà popolare. Il fatto è che solo una piccola minoranza di cittadini ha potuto esprimere liberamente il suo voto : anzi noi abbiamo potuto avere il nostro voto il più delle volte quasi esclusivamente da coloro che non potevano essere sospettati di essere socialisti. I nostri furono impediti dalla violenza; mentre riuscirono più facilmente a Yotare per noi persone nuove e indipendenti, le quali, non essendo credute socialiste, si souo sottratte al controllo e hanno esercitato il loro diritto liberamente. A queste nuove forze che manifestano la reazione della nuova Italia contro la oppressione del nuovo regime, noi mandiamo il nostro ringraziamento. (Applausi all'estrema sinistra, rumori dalle altre parti della Camera). 68 BibliotecaGino Bianco
Per tutte queste ragioni, e per le altre che di fronte alle vostre rumorose sollecitazioni rinuncio a svolgere, ma che voi bene conoscete perchè ciascuno di voi ne è stato testimonio per lo meno (rumori).. . per queste ragioni noi domandiamo l'annullamento in blocco della elezione di maggioranza. Voci ALLA DESTRA: Accettiamo! (Vivi applausi a destra e al centro). La Giunta investighi MATTEOTTI: Riconosciamo che i ricorsi non potevano, per la stessa esistenza del regime di violenza, essere documentati. Ma è appunto una investigazione che solo la Giunta nella sua discrezione, nella sua coscienza potrebbe compiere, investigando da per tutto, in ogni documento, luogo per luogo. Noi domandiamo che sia compiuto tale esame, domandiamo alla Giunta che essa investighi sui metodi usati in quasi tutta l'Italia. E' un dovere e un diritto, senza il quale non esiste sovranità popolare. Noi sentiamo tutto il male eh~ all'Italia apporta il sistema della violenza: abbiamo lungamente scontato anche noi pur minori e occasionali eccessi dei nostri. Ma appunto per ciò noi domandiamo alla maggioranza che essa ritorni all' osserva~za del diritto. ( Rumori~ interruzioni, apostrofi a destra). Voi che oggi avete in mano il potere e la forza, voi che vantate la vostra potenza, dovreste meglio di tutti gli altri essere in grado di fare osservare la legge da parte di tutti. (Interruzioni a destra). Voci A DESTRA: E la rivoluzione dov'è? 69 Biblioteca Gino Bianco
O ristabilite ]'autorità della legge o rovinate l'intima essenza della nazione MATTEOTTr: Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì. vf'ra1nente ro inate quella che è l'intiina essenza, la ragione 1norale della Nazione. Non continuale più oltre a tenere la Nazione divi a in pa<lroni e sudditi, poiehè questo sisle1na cerlamen Le pro, oca la licenza e la rivolta. Se in ece la liherlà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, 1na il popolo italiano, come ogni altro, ha di1nostrato di saperseli correggere da se 1neòesimo. (Interruzioni a destra). Noi deploriamo invece che si vop;lia diinoslrare che solo il nostro popolo nel inondo non sa reggersi da sè e de\'<' <'Ssere governato con la forza. Molto danno ave ano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche ron l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la lihera sovranità del popolo iLaliano al quale mandiamo il più alto saluto e credia1no di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni. (Applausi all'estrema sinistra, vivi rumori). 70 BibliotecaGino Bianco
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