90 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI Matteotti riconferma che « le otto ore, la grande aspirazione dei lavoratori di tutto il mondo, l'oggetto primo della festa del 1• maggio, la conquista maggiore e più bella della classe lavoratrice italiana dopo la guerra sanguinosa, sono ufficialmente stroncate - complice un ministro clericale - da un documento governativo, che nominalmente le accoglie, sostanzialmente le cancella a furia di eccezioni, di esclusioni, di distinzioni e di riduzioni nel compenso del lavoro straordinario. Così la pratica reazionaria che aumenta la disoccupazione, negando i turni di lavoro e la distribuzione dell'orario, per avere meglio in sua balìa i lavoratori, ottiene il suggello del nuovo regime, che essa ha aiutato a formare». Subito recita il nostra culpa: « Lavoratori! « Vano però sarebbe limitarsi alle recrinùnazioni, alle deplorazioni contro le forze congiunte della plutocrazia, della violenza, della fazione. Riconosciamo anche le cause della nostra insufficiente resistenza. La debolezza, le esagerate illusioni, i rapidi scoramenti dei facilmente accorsi dopo la guerra e facilmente passati più tardi alle violenze opposte, i seminatori e autori di continue scissioni, gli egoismi delle categorie più pronte a mutare colore, la trascuranza degli elementi morali ed intellettuali, tutto ciò ha potuto contribuire. Ma come fu malamente importato nel nostro Partito dopo la raffica di guerra, altrettanto recisamente sia nmosso e corretto anche sotto la raffica della reazione». Conclude raccomandando : « Dedichiamo questa giornata alla ricostruzione delle nostre file, accogliamo i puri di cuore che oggi vengono a noi con forza di sacrificio e con fede nella libertà, aiutiamo la stampa nostra, ultima fiaccola di un libero pensiero ».7 e Op. cit., pp. 236-238. BibliotecaGino Bianco
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