80 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI non vogliono! » (Applausi all'estrema sinistra, interruzioni, rumori al centro). Ora tutto questo non può non condurre alla guerra civile, alla dissoluzione del Paese: perché, domanda l'oratore, « non pensate che questi lavoratori, che _si sono visti assaliti per le strade perché hanno un distintivo, perché appartengono alle Leghe, non coltiveranno un pensiero di vendetta contro il padrone che passa per la strada che va alla sua casa, che circola per il paese? Pensateci, onorevoli rappresentanti della borghesia capitalista ». Come si sono comportati i socialisti in questi frangenti? Risponde: « Noi abbiamo lasciato pochi giorni fa quei paesi dopo aver riunite le nostre organizzazioni, dopo essere andati anche di notte, per sottrarci alla violenza delle vostre spie, onorevole Corradini, in mezzo alle organizzazioni. Noi abbiamo detto loro : state calmi, non rispondete alle violenze.2 Lo abbiamo ripetuto in tutti i toni. Ci siamo fatti offendere a sangue dai nostri lavoratori. Abbiamo avuto accuse di viltà. Accuse che ci hanno offeso più che non quella della vostra stupida stampa. Ci hanno detto vigliac2 Non dissimili furono il linguaggio e il consiglio di Leonida Bissolati, direttore dell'« Avanti! », quando nel· 1901, durante lo sciopero dei braccianti agricoli a Molinella, dove l'arbitrato proposto dal prefetto e accettato dagli scioperanti è respinto dai padroni decisi a lasciar perdere il raccolto per affamare le· popolazioni, premeditando repressioni sanguinose, egli va in mezzo ai lavoratori e consiglia la resa, il ritorno al lavoro, cioè la sconfitta, ma che pone su chiari termini la contraddizione del diritto di proprietà di pochi privilegiati col diritto di vivere di moltitudini intere, contraddizione che ha per unica soluzione la proprietà collettiva, il socialismo. La proposta venne accolta con una esplosione di fortissimo entusiasmo e Bissolati commentava sull'« Avanti! »: « I lavoratori di Molinella han perduto. Ma la loro sconfitta è una vittoria per tutto il proletariato italiano. I padroni, i reaBiblioteca Gino Bianco
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