Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

IL PARLAMENTARE 79 gue borghese è stato sparso. La verità è che la violenza e l'illegalità in cui si pone quella organizzazione armata, corrisponde, in questo momento, ad un supposto interesse della classe capitalistica. Il problema è tutto qui, onorevoli colleghi ». « Ma a me preme dimostrare, soprattutto, che la violenza esercitata dal fascismo è una reazione, un mezzo, di cui la vostra classe vuol farsi anria per provvedere al proprio interesse ». « Esso è una reazione non tanto contro gli atti di violenza deplorati, quanto contro le conquiste economiche del proletariato ». Accennato ai patti miglioratori del 1911 e del 1920 ottenuti dai contadini, Matteotti accertava che « così si era arrivati a una maggiore giustizia, a una maggiore civiltà, distribuendo il poco lavoro fra la mano d'opera agricola. Ma questo l'agraria più non vuole; e dopo aver firmato i patti, vuole infrangerli, perché non vuol sostenere il peso della mano d'opera agricola obbligatoria». Non solo, ma non si vuole che le Amministrazioni socialiste funzionino, e perché? « Perché esse hanno anzitutto organizzato i consumatori contro ·gli esercenti e gli intermediari borghesi che speculavano. Perché le amministrazioni socialiste non somigliano per nulla alle amministrazioni borghesi della fine della guerra e ai vostri commissari regi, on. Corradini {Sottosegretario agli Interni], i quali saldavano indecentemente i bilanci comunali con debiti a carico dello Stato, con la vostra autorizzazione. Alla fine della guerra, quando tutta l'economia nazionale era sconvolta, e quando le entrate non coprivano più le spese, alle vostre amministrazioni moribonde deste la facoltà di far debiti, cosicché tutto i'l peso ricadde sulle nuove elette. Or devono le amministrazioni ,socialiste provvedere a codesto sbilancio? E provvedono con tasse sui signori. Ma costoro preferiscono di armare il fascismo, poiché pagare BibliotecaGino Bianco

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