Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

78 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI alcun passo in avanti, verso il comunismo, ma due all'indietro, verso il riformismo ». « Per debellare il riformismo ci vU:ole l'azione, cioè la espulsione dei riformisti dalle nostre file». . « L'esclusione dei riformisti è l'unica condizione che Mosca pone per l'ammissione del Partito Socialista Italiano». « Un Partito che deve fare la rivoluzione non può fare il riformismo». E Lazzari dichiarò : « ... la piaga del riformismo è orma.i cancrenosa ». Dalla votazione riuscì trionfante la mozione SerratiBaratono, favorevole all'unità del Partito, contraria alla espulsione dei riformisti (voti 47.628 su 84.019 partecipanti). Clara Zetkin, congedandosi, consegnò un messaggio col quale annunciava che, dopo l'esito della votazione, il solo Partito ammesso nella III Internazionale era il Partito Comunista. Nella tornata del 31 cli gennaio 1921, svolgendo una mozione firmata da numerosi deputati socialisti, Matteotti aveva presentato all'on. Giolitti la situazione nel paese così: << Oggi, in Italia, esiste una organizzazione pubblicamente riconosciuta e nota nei suoi aderenti, nei suoi capi, nella sua composizione, nelle sue sedi, cli bande armat,e, le quali dichiarano (hanno questo coraggio che io. volentieri riconosco) apertamente che si prefiggono atti di violenza, atti di rappresaglia, minaccie, violenze, incendi, e li eseguono, non appena avvenga, o si pretesti che avvenga alcun fatto commesso dai lavoratori a danno dei padroni o della classe borghese. È una perfetta organizzazione della giustizia privata; ciò è incontrovertibile ». « ... La sensibilità capitalista - spiegava poi - si è svegliata solamente quando, nell'ultimo tempo,· anche sanBibliotecaGino Bianco

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