44 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI svelto ed elastico che lo faceva superare di volo i corridoi e le scale ... ». « Ciò per l'aspetto fisico. Quanto al morale era un buon figliuolo, un buon marito e un buon padre. Finita la seduta parlamentare correva a casa, impaziente di rivedere i suoi tre bimbi, di voltolarsi al suolo, sul tappeto, con essi, per animarne i giuochi. Uno dei suoi colleghi, entrato all'improvviso nel domicilio del Martire, ne riportò questa fotografia: Matteotti carponi sul pavimento portante in giro, a cavalcioni sul dorso, uno dei suoi figlioli, folle di gioia ... ». « Era un analizzatore ed un documentatore: specie rara in Italia, ed a chi ci segua attentamente in queste righe apparirà che egli è morto per questo. Passava ore ed ore nella biblioteca della Camera a sfogliare libri, relazioni, statistiche, da cui attingeva i dati che gli occorrevano per lottare, con la parola e con la penna, badando a restare sempre " fondato sulle cose ". Credeva che il fare così fosse un debito di probità intellettuale verso se stesso, il nemico ed anche verso le masse, le quali hanno diritto di pretendere che i loro condottieri non le illudano, ciò che è poi un modo di tradirle, anche se involontario». « Era uno spirito di realtà e di misura che aveva dedicato la propria vita ad un'idealità. Era "l'idealista-pratico", l'uomo completo secondo Spencer, inquantoché il realismo e l'idealismo non si contraddicono necessariamente, ma nei temperamenti equilibrati si integrano, il primo impedendo al secondo di evaporare nel sogno ad occhi aperti ed il secondo scaldando il primo e trattenendÒlo dal degenerare in basso utilitarismo ». « Egli era dunque un odiatore della demagogia dovunque la incontrasse, tra i fascisti e tra i nostri, cosicché, se i fascisti lo odiavano, non pochi fra i sovversivi d'estrema sinistra che l'onorano, a denti stretti, ora che è morto, lo Biblioteca Gino Bianco
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