Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

IL SUO CORAGGIO E LA SUA FERMEZZA « Il 12 marzo 1921 Matteotti doveva parlare a Castelguglielmo. La lotta si era fatta da alcuni mesi violentissima; s'era avuto in Polesine il primo assassinio. Quel sabato egli percorreva la strada in calesse e Stefano Stievano, di Pincara, sindaco, gli era compagno. Ciclisti gli si fanno incontro dal paese per metterlo in guardia : gli agrari hanno preparato un'imboscata. Matteotti vuole che lo Stievano tomi indietro e compie da solo il cammino che avanza. A Castelguglielmo si nota infatti movimento insolito di fascisti assoldati; una folla armata. Alla sede della Lega aspettano i lavoratori e Matteotti parla pacatamente esortandoli alla resistenza; ad alcuni agrari che si presentano per il contraddittorio, rifiuta; era di costoro una vecchia tattica quando, volevano trovare un alibi per la propria violenza : parlare ingiuriosamente ai lavoratori per provocarne la reazione facendoli cadere nell'insidia. Matteotti si offre invece di seguirli e di ·parlare alla sede agraria; così resta convenuto e dai lavoratori riesce a ottenere che non si muovano per evitare incidenti più gravi». « Non so se il coraggio e l'avvedutezza parvero provocazione. Certo, non appena ebbe varcata la soglia padronale Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==