NEL XXX ANNUALE DEL MARTIRIO 357 da parte nostra l'errore più grave sarebbe, di fronte alla insolenza dei superstiti avversari della libertà e ai pericoli che minacciano la pace, di lasciarci prendere dallo scoramento e dal fatalismo. Poiché la sorte della libertà dipende in prima linea dallo stato morale dei suoi fautori. L'omaggio degli uomini di cultura a Matteotti sarebbe una cerimonia oziosa e ipocrita se esso non corrispondesse all'esistenza nel nostro paese di un numero ragguardevole di intellettuali fermamente disposti a rimanere fedeli agli ideali di libertà in qualsiasi contingenza, disposti a non cedere né alle lusinghe, né alla demagogia, né ai sofismi di quanti alla libertà antepongono la salvaguardia d'altri interessi, più o meno legittimi, quali la nazione, o la classe, o la prosperità, o la tradizione. Sono vecchi inganni, già tragicamente sperimentati. Senza libertà non vi è vita civile, né ricchezza, né salute spirituale. Senza libertà non vi è responsabilità e vita morale. C'è bisogno di dire che questo bene supremo non merita di essere barattato contro alcun piatto di lenticchie? Forse è opportuno dichiararlo, dopo che sono state annunziate importanti e opportune provvidenze economiche a favore degli artisti e degli scrittori. La vita materiale degli uomini di cultura, come tutti sanno, è spesso assai penosa, e noi -siamo sinceramente grati per ogni provvedimento a favo re di essi. Ma è sperabile che non offendiamo alcuna illusione, se affermiamo che di una cosa noi abbiamo soprattutto bisogno, · per il nostro decoro e nell'interesse dell'intera società, ed è di rimanere uomini liberi. BibliotecaGino Bianco
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