NEL XXX ANNUALE DEL MARTIRIO 347 stava risollevandosi ed educandosi anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi .difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni». • Suprema rivendicazionè della_dignità dei lavoratori .italiani e supremo commiato. Il ciclo è chiuso. « Preparate il mio elogio funebre » dirà ad un compagno quando ha finito. Il I° giugno il « Popolo d'Italia» così commenta il discorso: « L'on. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente -provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più tangibile che l'epiteto masnada lanciato dall'on. Giunta». Il 10 giugno Matteotti venne in questo stesso luogo rapito, assassinato nell'automobile dei sicari della Presidenza ed il cadavere nascos"toin una forra della campagna romana. li la grande luce del martirio che illumina tutta la società italiana e giunge fino agli estremi confini della terra. Gli avvenimenti hanno il ritmo incalzante delle vigilie rivoluzionarie. Chi non ha vissuto quegli event_i non può rendersene conto. In realtà noi non vivevamo una vigilia rivoluzionaria, ma l'epopea di un eroe che anticipava di venti anni · l,epopea di un popolo. L'angoscia dell'attesa dopo la scomparsa: di Matteotti, lo schianto di dolore dei lavoratori impotenti dopo la rivelazione del delitto, le parole rivendicatrici di Turati, la secessione dell'Aventino, la pavidità del dittatore e poi, passata la tempesta, la sua burbanzosa iattanza, e su tutto il nome di Matteotti, le sue ultime parole, il suo supremo messaggio. L'Italia pure in catene è come riconsacrata e Matteotti, BibJ1otecaGino Bianco
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