Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

346 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI sarà più domani il proletariato che spera, ma sarà al vostro fianco il proletariato più solido, più possente che mai sulla via della libertà e del socialismo ». Poche settimane dopo il dramma alla Camera si conclude. La vicenda è nota e dovrebbe essere scolpita nel cuore di tutti gli italiani. Il 30 maggio un trucco parlamentare della maggioranza e del Presidente fascista della Camera obbliga ad improvvisare la discussione sulla verifica dei poteri. Nessun· deputato del gruppo è preparato, nessuno, tranne Matteotti che affronta la situazione con un discorso che è una tremenda requisitoria delle elezioni del 6 aprile. Nel suo supremo· atto politico Matteotti raccoglie tutta la forza del suo intelletto, tutta la passione del suo cuore: e le sue parole sono un seguito di colpi mortali inferti al nemico che moralmente non si risolleverà più. Le lacrime delle cose, per dirla con l'immagine barocca, ma possente, di Marx, si levano in piedi. Mai forse dalla tribuna parlamentare si è levata come in quella occasione, per la bocca di un uomo, la voce vendicatrice di un popolo umiliato ed offeso. Rileggiamo qui la conclusione: « Voi dichiarate ogni giorno di voler ristabilire l'autorità dello Stato e della Legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi, sì, veramente, rovinate quella che è l'intima essenza della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la . Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca_ la rivolta e la licenza. Se invece la libertà è data ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di sapersi correggere. Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Malto danno avevano fatto le dominazioni straniere. Ma il nostro popolo BibliotecaGino Bianco

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