Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

340 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI politica, ma perché è democratica. Della libertà borghese imprigionata si. deride la libertà e si esaltano le catene. La dittatura borghese si trasforma nel modello di una dittatura che di proletario non ha che il nome, ma la cui essenza è esclusivamente burocratica. Lo Stato che nelle previsioni di Engels sarebbe stato un giorno relegato nel museo della Storia, accanto alt' ascia di pietra, invade come il biblico Leviatano tutte le mani- ! estazioni della vita e le burocratizza. La ragione umana diventa ragione di Stato, la giustizia interesse dello Stato, l'arte propaganda dello Stato. Il totalitarismo si dispiega così in tutta la sua sinistra onnipotenza. Mentre il socialismo ritrova il suo significato universale, il totalitarismo comunista spezza l'unità della esperienza umana, e devìa verso fini inu·mani il corso della Storia. Non si potrebbe immaginare frattura più profonda, ironìa più perfida, diniego più brutale di tutto ciò che costituisce la sostanza del socialismo. Il mostro della guerra ha generato la sua creatura e la triste pace si dibatte nelle sue spire. L'Italia non sfugge a questo destino e gli anni 1918-19 · vedono il partito socialista lottare per sfuggire alla lacerazione che inesorabilmente lo frantumerà nel 1921-22 lasciando via libera alt'altro mostro, il fascismo. Matteotti non ha un attimo di esitazione. La sua coscienza politica ed umana affinata dalla esperienza della guerra gli indica la via giusta e gli suggerisce la polemica efficace. Alla vigilia del Congresso di Bologna del 1919 e delle successive elezioni politiche Giacomo Matteotti scriveva nel settimanale socialista di Rovigo « La Lotta » : « Il socialismo esige non soltanto la lotta e la vittoria sopra la classe avversaria, ma anche e soprattutto la lotta e la vitBibliotecaGino Bianco

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