NEL XXX ANNUALE DEL MARTIRIO 335 pacifista con la condotta degli uomini tipici del pacifismo italiano. << Matteotti non disertava, non si nascondeva, accettava la logica .del suo sovversivismo, le conseguenze dell'eresia e della impopolarità; era contro la guerra un combattente generoso ». Questo era il riformismo· di Giacomo Matteotti. Contro la guerra, contro la negazione di tutti i valori, l'atteggiamento di concretezza, di serietà, di lealtà non poteva essere che quello dell'affermazione integrale di tutti i valori, non poteva essere che quello di un rifiuto totale della violenza. Tocchiamo qui la sostanza del socialismo nella sua avversione contro quella forma aperta di oppressione dell'uomo sull'uomo che è la violenza armata. Al fondo di tutto è la difesa dell'uomo, della sua vita fisica e morale, delle sue possibilità di sviluppo. Il socialismo è in sostanza la risposta al più alto bisogno degli uomini: essere veramente umani. La lotta contro il capitalismo è la lotta contro una forma mascherata di oppressione, ma la lotta contro la guerra è la lotta contro la oppressione aperta, brutale. Il capitalismo sorge da uno sviluppo storico e colloca lo stesso oppressore come strumento di qualche cosa di più forte di lui e il capitalista, « il cavaliere dalla trista figura », è presentato da Marx come una categoria storica che solo l'azione metodica coordinata in rapporto alle circostanze obbiettive può debellare. Ma la guerra no. La guerra è la rottura del .patto umano. È la violenza · radicale a cui non si può opporre che il diniego ugualmente radicale. Il' riformismo diventa così assoluto · idealismo, assoluta intransigenza. Matteotti vive probabilmente nelle giornate del magBibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==