332 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI misura della sua vita sia registrata, più ancora che da ciò che gli fu dato. di compiere nei brevi anni della sua esistenza politica, dalla tragica grandezza del suo destino ». Un carattere quindi che si afferma attraverso studi rigorosi nell'esperienza infuocata che precede immediatamente la prima guerra mondiale. Il suo maestro di diritto all'Università di Bologna, il professor Alessandro Stoppato, cattolico conservatore, di lui dice: « Di eletta intelligenza, studiava con amore verace per la ricerca scientifica; e con alto spirito di illuminata libera impassibilità decideva e sosteneva la sua opinione. Aveva forza per raggiungere una posizione scientifica dalla quale la politica temporaneamente lo distraeva ed aveva raggiunto già una seria reputazione quale colto ed assennato». Fu il fratello Matteo, compagno· di studio di Luigi Einaudi, che lo avviò al socialismo. « L'abito scientifico » - ha detto Einaudi - « doveva essere in quella famiglia una seconda natura». L'abito scientifico è atteggiamento di lealtà verso i problemi della scienza, quell'atteggiamento di lealtà che caratterizza ogni forma di esperienza delle nature superiori. Giacomo Matteotti si era iscritto al Partito Socialista a 14 anni verso la fine dell'altro secolo. Di famiglia agiata, non ricca, Matteotti vide fin da giovane la tragedia dei lavoratori del suo Polesine, la tragedia del bracciantato italiano in lotta contro uomini sordidi e la natura avara, la tragedia del pane quotidiano. La prima invocazione della preghiera cristiana « Dacci oggi il nostro pane quotidiano » risuona nel cuore del giovane socialista come l'appello angoscioso di uomini e donne alle prese con i problemi elementari di una vita di cui sono appena ai margini. In questo contatto con i bisogni essenziali, con i proBibliotecaGino Bianco
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