Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

322 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI della rivoluzione di dopo la guerra, tanto meno, fatalmente, saremo risoluti nell'opera di prevenzione». « Quindi, disarmo materiale, collaborazione alla Società delle Nazioni, disarmo morale ed educazione democratica e, soprattutto, non risparmiare il fascismo, non indulgere ad esso in vista di interessi particolari e transitori di governi e di Stati, ricordando che la pace socialista non è la pace fascista, che la revisione socialista dei trattati non è la revisione fascista ». E concluse: « Ma spetta a noi, socialisti italiani dispersi, che parliamo all'Internazionale a nome di tutto il popolo italiano, di ripetere incessantemente, di gridare a tutte le orecchie: « Il socialismo, la democrazia, la pace, non hanno nemico peggiore del fascismo. « Se l'Internazionale vuole la pace, la libertà, il socialismo, se essa vuole vivere ed agire, essa deve a se stessa di abbattere il fascismo: per l'Italia; per tutti i popoli; per la vita stessa dell'Internazionale ». Alla chiusura del Congresso venne inaugurata una lapide per battezzare la M atteotti-H of, la Casa Matteotti, cioè uno dei gruppi di case popolari costruite fra il 1929 e il 1930, a spese dell'intera popolazione, e comprendente 335 alloggi per un migliaio e mezzo di abitanti. Cori di giovani e di giovinette e quadri ritmici rinnovarono l'esaltazione del Martire, e una compagnia di Schutzbunder - i soldati della libertà - prestò giuramento solenne nelle mani d.1Turati, Treves, Modigliani, spinti e sollevati in trionfo, in mezzo a un incontenibile entusiasmo. BibliotecaGino Bianco

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