Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

316 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI « Che questo monumento lo ridica ai nostri calunniatori! ».1 « Seguirono le note lente e cadenzate dell'Internazionale, eppoi la sfilata davanti al monumento, vero pellegrinaggio di amore e di fede. « Quando coloro che si stipavano ancora per le scale videro scendere Turati con tutti i compagni che gli stavano stretti intorno come figlioli per lenirgli il dolore della mancanza dell'altro fratello, il più grande, proruppero in un applauso lungo e in un grido di " Viva Turati " che s1 propagarono per la immensa Maison du Peuple ».:i Ma non si fermarono qui i compagni belgi, e in quello stesso anno 1927 costituirono il Fonds Matteotti belge di cui si dànno notizie diffuse nell'appendice al presente volume, forniteci dal Bibliotecario dell'Istituto Vandervelde, M. Tougouchi. * * * Il 14 dicembre 1928, Turati inviava una lettera alla rivista inglese « Britannia » dove si pubblicavano le Memorie di Mussolini e dove questi scriveva: « Nel tragico periodo dopo la ro~ta di Caporetto, Matteotti era stato contro i nostri rifugiati veneti. Egli negò un rifugio a quella povera gente che fuggiva le terre invase dal nemico, -e dove gli austriaci stavano commettendo ogni sorta di violenze. Egli disse che essi dovevano restare sotto la dominazione austriaca». -:t Da Esilio e morte di Filippo Turati, Editoriale « Opere Nuove», Roma, 1956. 2 Dalla « Liberté ». BibliotecaGino Bianco

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