Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

314 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO ~ATTEOTTI Ma la borghesia spaventata è ricorsa alle armi. In grazia dello spettro comunista, il fascismo ha avuto l'adesione piena della borghesia ". « Il martirio e la morte dell'eroe hanno accresciuto il significato di queste parole, che hanno assunto il valore di un testamento. « ... Esse non furono mai dimenticate in Belgio, e noi possiamo affermare che i suoi consigli, dati nel 1924, ci guidarono nel febbraio del 1926 : il capo dei fascisti belgi " dicendo delle -cose che non farebbe ", annunciò la presa del potere con un esercito che si doveva formare in due mesi e contare cinquantamila uomini. « Noi socialisti, "facendo delle cose che non avevamo dette ", come ci aveva consigliato il nostro caro Matteotti, abbiamo, senza alcuna vana parola, messo in piedi, in cinque settimane, una organizzazione di venticinquemila guardie rosse, equipaggiate e pronte a difendere le nostre opere e le nostre libertà. « La costituzione della nostra milizia fece dissipare come il fumo " l'esercito fascista " che era stato annunziato, e pur anco le declamazioni filofasciste divennero più moderate». Poi il quartetto riprende con l'Interludium di Glazounov, e « due fanciulle biancovestite a passo lento si avvicinano al monumento e, seguendo ritmicamente l'onda della musica depongono fiori rossi - rose, garofani - alla base di esso. È un vero momento di commozione intensa», racconta « La Libertà». « Nessuno può trattenere le lacrime. Vecchi adusati alla lotta dura della vita, e alle battaglie della politica, si asciugano gli occhi : quelli che vogliono essere forti, si mordono i baffi. E il rito continua, simbolico omaggio della purezza femminile alla purezza dell'idea». Quando le lagrime sono asciugate, ecco avanzare Filippo Turati il quale, parlando in francese, « è qui, è qui, Biblioteca Gino Bianco

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