A PARIGI Colla fine del 1926, nonostante la sospettosa vigilanza dei militi fascisti ai confini, si intensificò l'esodo degli antifascisti oltr' Alpe, in Svizzera, in Austria, e il maggior nucleo in Francia, a Parigi. · Ognun d'essi portava in cuore il ricordo affettuoso e tragico del compagno caduto sulla breccia, e ogni qual volta se ne presentava l'occasione ne rievocava la figura e l'opera davanti ai compagni dei diversi paesi, sia in piccole riunioni, come in grandi assemblee .convocate per gli anniversari della sua morte. Primo fra tutti fu sempre il maestro, l'amico, il «padre»· di Giacomo Matteotti, fu Filippo Turati a rievocarlo, soprattutto come monito agli ascoltatori a tenerlo presente e a difendersi contro il pericolo di una dittatura di tipo mussoliniano nel loro Paese, spiegando la genesi del fascismo, facendone il processo, preconizzandone la fine. Il primo anniversario fu quello del 1927, e in un grande comizio, nella sala del Grande Oriente a Parigi, indetto dalla « Concentrazione antifascista », sotto gli l),Uspicidella Lega dei Diritti dell'Uomo e dei partiti socialista e socialistacomunista francese, Filippo Turati, alternando alla lingua italiana, per riguardo agli ospiti convenuti, la lingua franBiblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==