Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

304 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI Di qui la sua tenace resistenza per non smontare dalla macchina e non seguire gli aggressori, i quali ad un certo momento devono aveir posto mano ai pugnali e ucciso e.on uno o più colpi il deputato». « La prova che una lotta fra quest'ultimo e i primi si dové svolgere nella vettura, si desume dalle tracce di sangue riscontra.te in va.rie parti della macchina, e che nulla hanno a che vedere con gli altri segni prodotti dalla colluttazione svoltasi al momento del rapimento». « A me incombeva l'obbligo di dimostrarvi che il delitto fu premeditato, che le modalità di -esecuzione furono c,oncertate, che tutti gli imputati si portarono sul posto del rapi0 mento armati di pugnale e qualcuno, anche di rivoltella, che tutti presero parte al rapimento e,d alla soppressione di M atteotti con una cooperazione efficiente e primaria negli a.tti di esecuzione». Nella sentenza di Chieti ,x La Corte ritenne che ignoto fosse rimasto l'autore del fatto materiale, in c.onseguenza del quale si verificò la morte non voluta dell' on. Matteotti, e che i tre (perché poi non tutti e cinque gli imput'ati che em:no nella macchina?) dovessero rispondere ,della sola partecipazione al delitto nella qualità di complici corrispettivi». « Evi.dente è l'errore commesso dalla Corte col ritenere i tre prevenuti complici e non correi o cooperatori immediati del fatto ». « ... La Corte ritenne il fisico di Matteotti in preida ad uno stato morbos-o e che questo f asse tale da avere, congiuntamente al fatto delittuoso, concorso .a produrre la morte». « Incerta solo rimase la forma dell'arma omicida, che per altro, esclusa la lima, che servì solo a scavare la fossa, non poté essere che un colte.ZZaccioo un pugnale, arma questa di cui tutti gli assassini erano forniti». BibliotecaGino Bianco

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