Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

IL PROCESSO AGLI ASSASSINI 297 Quando Mussolini ritornò dal Quirina-le, nella camera ' dell'albergo Savoia, dichiarò a Silvestri: « Deploro profondamente d'i essere costretto a questa momentanea rinuncia. Ma .ciò che non è possibile .oggi sarà possibile fra sei mesi, un anno o due anni. Comunque questo è il mio programma, e•d è tale perché non c'è altra via che quella della wllaborazione con i socialisti e i popolari per salvare l'Italia». Concluse il Silvestri davanti ai giudici : « La documentazione che io potei comodamente esaminare tra il febbraio e il marzo 1945 ebbe il potere di persuadermi che mai Mussolini avrebbe potuto dare l'ordine di uccidere Matteotti, se non altro in quanto Giacomo Matteotti era il segretario di quel partito socialista cui appartenevano Bruno. Buozzi, Gino Baldesi, Emilio Colombino, ai quali, appunto, egli intendeva rivolgersi per averli ministri nel Governo .da lui presieduto» (Commenti). L'imputato Giunta confermò quanto aveva detto il Silvestri: « Mussolini non ebbe il coraggio di portare i socialisti al governo nel 1922, ma li avrebbe portati alla fine del giugno 1924 »; perché « la sua grande passione, la sua grande nostalgia, la sua ambizione era di ritornare con i suoi compagni socialisti e riavere con sé il popolo dei lavoratori ». Infine il Silvestri cita questa dichiarazione fattagli da Mussolini nel 1945: « Alle origini dell'assassinio di Matteotti vi fu un putrido ambiente di finanza equivoca, di capitalismo corrotto e corruttore, privo di ogni scrupolo, di torbido affarismo. S'era sparsa la voce che nel suo prossimo discorso alla Camera (sull'esercizio finanziario) Matteotti avrebbe prodotto tali BibliotecaGino Bianco'

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