Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

294 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI s1z10m m un apposito volume,7 e di esse si fissano qui i punti essenziali e più caratteristici per quel che riguarda, in particolar modo, l'accusa che si faceva a Mussolini di essere stato il mandante dell'assassinio. Secondo il teste « l'assassinio di Giacomo Matteotti fu compiuto per gettare un cadavere fra Mussolini e i socialisti ». Il 3 agosto 1922, durante lo sciopero cosiddetto legalitario, sciopero col quale I'« Alleanza Nazionale del Lavoro» fece l'ultimo gesto di opposizione al fascismo, Mussolini disse a Silvestri : « È necessario far presente mazzinianamente a Turati e a Treves : Ora o mai più! O andiamo al governo insieme, socialisti, popolari e fascisti, e salviamo l'Italia, o non c1 andiamo, ed allora non so dove andiamo a finire ». E prosegue: « In un primo tempo Mussolini pensava a Turati, a Treves, a Prampolini, a Modigliani, a Mazzoni, agli esponenti politici, insomma, del partito socialista unitario». « ... Poi Mussolini si dovette convincere che un accordo con Turati e Treves, cioè con i politici, era impossibile, perché Turati e Treves facevano una questione morale contro l'antico compagno e quindi tra loro c'era un'incompatibilità, come dire?, costituzionale. Invece Mussolini pensava oramai prevalentemente ai dirigenti della Confederazione Generale del Lavoro». Nella conversazione che il Silvestri ebbe con Mussolini il 22 aprile 1945 alle ore 21,45, gli confermò: « ... Vi devo dire, Mussolini, che l'accordo da voi vaticinato con gli esponenti del Partito Socialista non è mai 7 CARLO SILVESTRI, Matteotti, Mussolini e il dramma italiano. Il delitto che ha mutato il corso della nostra storia (Ruffolo Editore, Roma, 1947). BibliotecaGino Bianco

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